Una dirigenza nuova, un allenatore nuovo, 6 acquisti partiti subito titolari; la Roma, però, è la stessa. E’ la stessa squadra degli anni passati, che in due minuti manda in fumo un esordio non eccezionale, ma non tutto da buttare.
Ieri alla prima vera azione, il Cagliari va in vantaggio con Daniele Conti, che sfrutta al meglio un errato disimpegno di José Angel, la cui espulsione dopo un minuto priva Luis Enrique del migliore in campo. In 120” i giallorossi si sciolgono, riuscendo nell’ultimo quarto di gara a creare poco per ribaltare il risultato. A fine partita, il tecnico asturiano fa me culpa, mostrandosi dispiaciuto per i tifosi, che nonostante la sconfitta hanno applaudito Totti e compagni.
Qui si apre lo sliding doors romanista. A guardare il bicchiere mezzo pieno, si potrebbe dire che la Roma ha spesso tenuto la palla, mostrando buone trame di gioco e complici un po’ di imprecisione sotto porta e un po’ la bravura di Agazzi, non è stata capace di segnare. Risultato? La squadra sta crescendo e il passo falso contro i rossoblu è sinonimo di un match sfortunato.
Rimane l’altra metà del bicchiere. Un tridente spuntato, pochi tiri in porta e la prospettiva di fare punti sabato prossimo in casa dell’Inter, che nel posticipo domenicale ha perso a Palermo. Risultato? La squadra stenta cresce troppo lentamente e la mancanza di esterni d’attacco puri non permettono di avere i giusti automatismi negli ultimi sedici metri. Luis Enrique ha chiesto tempo, la tifoseria e l’ambiente l’hanno concesso. I giocatori si sono stretti attorno all’allenatore, nella speranza che lavoro e sudore sia sufficienti a raddrizzare una stagione che al 12 settembre è già in salita.
DANIELE 12 Settembre 2011 il 10:55
DISPIACE MA NIENTE ALLARMISMI PARTIREMO IN RITARDO VISTO IL MERCATO MA TORNEREMO SU E CON PAZIENZA MACINEREMO GIOCO E PUNTI DAJE ROMA