Tre punti, tanto per ricominciare. Ma anche per cancellare gli errori e ritrovare se stessa. La Roma, incassato il successo con il Genoa, guarda avanti. Senza dimenticare quanto è successo prima. Per non fermarsi e per confermarsi. Perché la stagione, osservando la classifica (per la prima volta, dall’inizio del torneo, giallorossi fuori dalla zona retrocessione), non è ancora compromessa. C’è la Champions e domani sera già si (ri)gioca, contro il Basilea per un mezzo match ball. E il campionato è lunghissimo. Della vittoria di sabato sera, bisogna prendere il meglio e lavorare sul peggio. Perché sarebbe sbagliato sottolineare che cosa va, trascurando quello che non funziona. Non manca il lavoro, dunque, a Ranieri. Perché solo la continuità di risultati certificherà la guarigione del gruppo. Perché, dopo 10 incontri ufficiali, il laboratorio ancora non può dare certezze sui risultati. L’assetto ritrovato. Il sistema di gioco è quello che l’allenatore conosce meglio: con il 4-4-2, semplice e scolastico, la Roma rischia meno. Anche perché Ranieri ha chiesto e ottenuto più prudenza ai giocatori. Non è questione di testa e quindi di attenzione. I terzini, ad esempio, non scendono più. Due linee basse davanti a Lobont, cioè difensori e centrocampisti a far muro, due attaccanti, Totti e Borriello, a occuparsi della profondità e della realizzazione. L’azione si accompagna al massimo con quattro uomini, dimentichiamoci i sei o sette del passato, anche il più recente. Taddei e Perrotta hanno corsa e possono farlo, se manca uno dei due, si dovrà sforzare Menez o, come si è visto nel finale contro il Genoa, un altro terzino, spostato a centrocampo: Castellini, come due sere fa, Cicinho o Rosi. Senza uno tra Totti e Borriello a disposizione, facile tornare al 4-2-3-1, con Vucinic a sinistra. O Baptista.
Roma-Basilea: Ranieri conferma il 4-4-2
di 18 Ottobre 2010Commenta