Roma-Bari, 90′ in Curva Sud: tributo a Flora Viola

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Flora Viola rimane un personaggio amato e indimenticabile. Roma ne ha celebrato la vita e la Curva Sud, in occasione della gara tra giallorossi e Bari, ha voluto ricordarla fino alla fine. L’articolo è tratto da Il Romanista in edicola oggi:


Core de sta città. Unico grande amore. Continua ad intonare l’inno la curva Sud, mentre l’arbitro ha appena decretato il minuto di silenzio in ricordo di donna Flora Viola e, con le due squadre allineate sul campo, buona parte dello stadio non rinuncia all’applauso. Eppure, almeno il coro, stavolta non sembra affatto irriverente. Anzi, una scelta voluta. Come se quelle parole fossero rivolte proprio a lei, la cui presenza discreta ha lasciato tracce evidenti nei cuori dei tifosi giallorossi, Lo si capisce qualche minuto dopo, a partita iniziata, quando dal centro della curva spunta un grande striscione, con la scritta addirittura su due righe
“Oggi – spiega – per te nessun minuto di silenzio, ma una curva che canta a squarciagola. Abbraccia Dino da parte nostra! Ciao Donna Flora, la tua Sud per sempre!”.
E che vi fosse voglia di tributarle ancora un omaggio, a una decina di giorni dalla scomparsa, lo si era capito anche dai tanti striscioni apparsi in Tribuna Tevere, primo tra tutti quello dell’Utr, che li accomunava entrambi, lei e il marito: “Dino e Flora Viola, per sempre nei nostri cuori”. Accanto ai tanti Ciao donna Flora e Il tuo sorriso sempre con noi. Già, il suo sorriso. Quello che in tante occasioni era stato di conforto alla squadra e ai tifosi. E che si rivelerà benigno anche oggi, fin dai primi minuti della gara. Con il capitano (a proposito, “ce n’è solo uno” torna a cantare la curva) che in meno di mezz’ora ne fa tre e sembra zittire una volta per tutte quella curva Nord, il cui colpo d’occhio fa quasi impressione trattandosi del Bari. Con un numero di paganti, tra gli ospiti pugliesi, che probabilmente pareggia se non supera quello dei tifosi di fede giallorossa.
La partita fila comunque via, liscia. Con i cori che continuano a farsi sentire, sia quando sono a sostegno della squadra (sarà contenta la Sensi), sia quando prendono di mira, verso la fine del primo tempo, la dirigenza, a cominciare proprio da Rosella Sensi, invitata, come altre volte e senza tanti giri di parole, ad andarsene quel paese. E’ già passata un’ora di gioco quando torna a farsi sentire anche la curva barese, che – nonostante il passivo – non demorde. Anche se c’è da chiedersi quanto ci creda, in una rimonta, soprattutto di fronte all’ennesima parata sfoderata da Julio Sergio e al trascorrere, sempre più inesorabile, dei minuti. “Roma campione” canta la curva, anche quando gli ospiti vanno in gol, impedendo ancora una volta alla squadra di Ranieri di chiudere la gara mantenendo la rete inviolata. Tant’è, sembra dire la curva. Oggi vengono prima i tre punti. Prendiamoceli e guardiamo avanti. Intanto, ma che ce frega, ma che ce ’mporta. Tornano a casa con tre gol sul groppone ma con la gioia di una trasferta indimenticabile. In fondo, hanno assistito allo show del più grande giocatore italiano, mica roba da poco.
Qualcuno di loro, al terzo sigillo del Capitano, ha anche timidamente applaudito. Per il resto gli oltre 8mila tifosi del Bari, che ieri occupavano, oltre al settore ospiti, anche quasi tutta la Curva Nord, hanno incitato la loro squadra senza sosta, con sciarpe e bandiere al vento e un gigante stendardo bianco con un cuore rosso disegnato sopra. Cori contro la Roma a parte (la Sud ha risposto per le rime), i tifosi pugliesi sono stati protagonisti all’Olimpico: arrivati a Roma in tarda mattinata, quasi tutti con macchine proprie con le sciarpe sugli specchietti, sono partiti da Bari alle prime luci dell’alba. Un panino veloce in autostrada – proprio come i tifosi giallorossi quel maggio di 8 anni fa – e poi di corsa allo stadio, per entrare prima possibile e assistere al riscaldamento con fiducia. Qualcuno ha chiesto indicazioni ai tifosi della Roma che, gentilmente, hanno risposto. Nessun problema, come sempre dovrebbe essere. Poi tanti cori: prima (hanno applaudito anche loro durante il ricordo di Flora Viola) durante e soprattutto dopo l’immensa prova del Capitano. E al fischio finale, quando uno di loro scavalca e prova ad entrare in campo, tutta la Nord, che ha iniziato a svuotarsi un’ora dopo la fine della partita, ha fischiato. Per la paura che il gesto di un singolo potesse rovinare una giornata, per loro, comunque da ricordare.


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