Da Il Tempo:
«Mister, può garantire che non ci sarà un altro Roma-Lecce?». Attimo di silenzio, sbuffata e mani che finiscono sotto il tavolo. Ranieri esorcizza alla sua maniera il ricordo della Beffa romanista datata 1986. Ancora non sa del pareggio interista a Firenze che trasforma la partita di oggi in un’occasione irripetibile. Stavolta in un Olimpico nuovamente strapieno ci sarà l’Atalanta di fronte, che non è condannata come quel Lecce e può ancora sperare nella salvezza, ma la Roma non può sbagliare: una vittoria vorrebbe dire sorpasso in vetta, almeno due punti di vantaggio mantenuti sul Milan e un derby da preparare col vento in poppa. Ranieri carica i suoi. «Non ci sono partite facili. Dobbiamo mettercelo in testa altrimenti siamo dei “testoni”. È giusto che la città sogni – dice l’allenatore – vedere i tifosi che ci soffiano dietro è meraviglioso ma noi pensiamo di non aver fatto ancora nulla. La Roma si sta giocando un sogno e tutti insieme possiamo trasformarlo in realtà. I giocatori sono consapevoli? Hanno fatto tutti la Comunione… certo che sì!». Il sogno romanista è nato all’improvviso, un po’ come quello di due anni fa, «ma allora – sottolinea Ranieri – si era arrivati solo alle ultime giornate a giocarsi il campionato. Noi è da un bel po’ che siamo dietro all’Inter. Adesso loro sentono il fiato sul collo e dobbiamo azzannarli». I lupi famelici hanno l’acquolina in bocca.
«Sappiamo che sarà una lotta fino alla fine tra noi, l’Inter e il Milan. Non ci deve condizionare nulla, dobbiamo pensare solo a fare bene contro l’Atalanta. Spero che il derby non ci condizioni, a questo punto dobbiamo giocarcele tutte. I ragazzi sono adulti e vaccinati». Adesso il pallino è in mano della Roma. Sarà ancora assalto con il tridente delle meraviglie, Totti-Toni-Vucinic, con il capitano che può giovarsi di una settimana in più di allenamenti. «Io amo vederlo in campo – spiega Ranieri – la posizione lascio sceglierla a lui». Il tecnico nega di aver sgridato la squadra in settimana, «e se l’avessi fatto non lo direi certo a voi», rilancia Mexes, «il più forte difensore francese», e allo stesso tempo spiega perché il numero 5 quest’anno il campo l’ha visto poco: «Ha saltato diverse partite per infortunio e non per scelta mia. Poi Juan e Burdisso si sono “quadrati” meglio». Chiusura su arbitro, calciopoli e calendario «pazzo», il tutto senza polemiche. «Con Rocchi non vinciamo da un anno? Per la legge dei grandi numeri stavolta lo faremo. Calciopoli è stata una delle pagine più nere del nostro calcio, lasciamo che giustizia sportiva e ordinaria facciano il loro lavoro. Inter-Juve anticipata al venerdì? È giustissimo che i nerazzurri possano preparare la partita di Champions». Forse ci stanno pensando fin troppo.