Juan come Aldair: a Roma lo si pensa già da un pezzo. Il paragone tra i due centrali è un riflesso incondizionato per ciascun giallorosso ma ora capita che a incoronare il carioca in rosa ai capitolini sia proprio il modello. Aldair. Cresciuti entrambi nel Flamengo, i due brasiliani si sono passati il testimone e, a quanto pare, proprio Aldair dichiara di aver individuato un degno successore. Ecco l’articolo integrale con l’intervista all’indimenticato Pluto apparsa su DNews. Testuale:
Il sorriso perenne, la serafica calma, identica a quella mostrata in campo, quando giocava a testa alta e faceva impazzire gli avversari un po’ come fa Juan oggi, considerato il suo erede in giallorosso. Stesso ruolo, identica attenzione sull’anticipo, al punto che neanche c’è il tempo di preoccuparsi, “tanto la palla è già nostra”.
Juan erede di Aldair: l’accendiamo?
Juan è un grande giocatore, è giovane, ha tanta strada davanti a sé e la Roma deve tenerlo. Nessun paragone, ognuno è se stesso, io giocavo un calcio diverso, oggi tutto è ancora più veloce.
Nulla vieta di pensare che siete per lo meno simili. O sbaglio?
Beh, siamo usciti dalla stessa scuola, siamo cresciuti nel Flamengo, può significare qualcosa, no?.
È finita la stagione. Come considera quella romanista?
Assolutamente positiva. È arrivata seconda e tenuto in piedi il discorso scudetto fino all’ultima giornata, è giunta in finale di coppa Italia, cosa volere di più? Poi, per come era cominciata questa annata, non c’è che da applaudire la squadra.
Rimpianti?
Fare meglio di così? No, mi creda, è andata bene così, la squadra aveva zero punti dopo le prime due gare, i presupposti non erano certo quelli che hanno portato la squadra alla Champions League diretta.
Lei parla di Champions, la conosce molto bene. Del resto l’ha giocata anche col Murata, una squadra di San Marino…
Lei pensa fui folle? No, mi divertivo e mi diverto ancora a giocare a pallone.
E i ricordi europei con la maglia della Roma?
Fummo spesso sfortunati, c’è stata qualche delusione di troppo.
Il calcio sta per chiudere i battenti, fra pochi giorni tutti in ferie, si ricomincerà alla fine di luglio. Lei che Roma si aspetta?
Una squadra ancora più forte e convinta di quella vista all’opera quest’anno. Può bastare un po’ di fortuna e qualche infortunio di meno.
Ranieri?
È un signore, un grande uomo oltre che un ottimo allenatore. Sono più di vent’anni che allena e ovunque sia stato viene ricordato con ammirazione.
La sua Roma, quella che vinse il titolo, e quella di Ranieri sono uguali?
No, giocano in maniera diversa. Ma hanno in comune la stessa voglia di vincere, l’identica sete di successo.
Meno di un mese al Mondiale. Chi lo vince?
Difficile azzeccare il pronostico, siamo alle solite indicazioni: il Brasile, l’Italia, l’Argentina. Poi sono curioso di vedere l’Inghilterra di Capello. E credo che come ogni volta, ci sarà anche quest’anno la squadra rivelazione.
Aldair: ieri, calciatore. Oggi?
Lavoro sempre nel calcio, ho un’agenzia di osservatori in giro per il mondo, siamo quattro soci.