Quel 25 aprile proprio non riesce a mandarlo giù. È per questo che quando dice «possiamo ancora vincere lo scudetto» gli occhi di David Pizarro si illuminano e, al tempo stesso, si fanno malinconici. E non solo per la brezza marina che a Valparaiso fa sembrare l’estate ancora lontana: «Ho portato il freddo dall’Europa, giro ancora col maglione di lana», commenta scrutando il mare. Sono giorni di relax, quelli che sta trascorrendo in patria il numero 7 giallorosso, ma la stampa locale non lo lascia in pace. Appena sbarcato in Cile gli è stato chiesto un parere sulla crisi della federcalcio e lui non si è tirato indietro: «È una vergogna, la situazione deve cambiare al più presto. Il nostro popolo non merita questo circo». Parole forti e dirette, di un giocatore che, pur avendo detto addio alla nazionale del suo Paese, avverte ancora tanta responsabilità. Nella Roma succede la stessa cosa. Ecco perché non può non parlare del periodo che sta vivendo in giallorosso e dell’anno che si è appena messo alle spalle. Lo fa eccome, Pizarro, a metà dell’intervista, concessa a Playa Ancha, il più grande porto della zona di Valparaiso, mentre i suoi bambini, Davca e Bastian, giocano a pochi metri di distanza. Sorride a tratti, ma non sempre guarda direttamente negli occhi il suo interlocutore: quando parla di quel maledetto Roma-Sampdoria lo sguardo si abbassa: «Non è l’unica partita che abbiamo sbagliato nello scorso campionato ma, a conti fatti, ci è costata lo scudetto. Quest’anno però possiamo ancora rifarci». Pizarro ne è convinto. Lo dice a Valparaiso, ma il messaggio arriva forte e chiaro anche a Roma: «Siamo partiti male, abbiamo fallito i primi due mesi, ma prima della sosta abbiamo vinto una partita importante in casa del Milan, che è la squadra in testa al campionato.
Abbiamo giocato bene e, con quei tre punti, ci siamo aperti nuove possibilità». Lui però non ha giocato. E’ rimasto in panchina per 90 minuti e, secondo molti, la cosa non gli è andata giù: «Vorrei giocare sempre – ammette – ma quale giocatore non vuole farlo? Non sono uno che fa problemi e quando non gioco faccio il tifo per i miei compagni». Vero, verissimo. Come dimenticare, tanto per citare l’esempio più recente, l’esultanza di De Rossi dopo il gol del pareggio contro il Bayern Monaco? E i suoi salti con i tifosi al Tardini di Parma il 10 maggio? «È stato un anno importante per me – racconta ancora Pizarro – mi sono sentito importante, protagonista. E questo è fondamentale per ogni giocatore. Spero – ha aggiunto – che presto possa tornare ad essere così». Lo vuole lui, lo vogliono i tifosi della Roma, lo vorrebbero anche quelli del Cile. Un recente sondaggio ha detto che il 75% di loro si augura che Pizarro indossi di nuovo la maglia della Roja: «Ma io – preci- sa il Pek – non ci ho mai pensato. Non mi è passata neanche per la testa l’idea di tornare a giocare con la Nazionale e non ne ho mai parlato con Bielsa. E non perché non ami il mio Paese, ma quando prendo una decisione è quella. Adesso penso soltanto a giocare nel mio club». Nonostante questo, lui resta il primo tifoso del Cile: «Ci mancherebbe, il mio cuore batte per questa squadra. Però sono cinque anni che sono fuori dal giro perché, ripeto, ho fatto una scelta ben precisa e quello che dico lo dico da sostenitore. E basta. Mi auguro che la federazione raggiunga al più presto una situazione di calma per il bene del Paese. E di tutti quei giocatori che indossano la Roja». Tra questi potrebbe esserci anche Mauricio Pinilla, attaccante del Palermo, che Bielsa ha escluso dal Mondiale sudafricano attirandosi parecchie critiche: «Lo conosco e so il suo potenziale. Aveva solo bisogno di continuità e l’ha trovata grazie a un club e un allenatore che hanno creduto in lui. Delio Rossi sa come gestirlo e lui adesso sta andando bene». Pizarro però non lo teme. Non teme il Palermo, non teme l’Inter, non teme nessuna squadra davanti alla Roma. Paradossalmente – ma neanche tanto – teme solo i giallorossi: «Sono convinto – spiega – che la Roma sia una grande squadra. Dobbiamo crederci e sono sicuro che potremo arrivare a un gran triunfo». Dice proprio così. Lo sguardo si perde nel mare, le parole no. Non c’è nessun vento che se le porta via.
Roma, può essere l’anno giusto
di 24 Dicembre 2010Commenta