Dal Messaggero:
Tridente o no, Mirko Vucinic sta lì e guai a chi lo tocca, alla luce dei suoi 19 gol della passata annata (14 campionato, 3 Europa League e 2 in Coppa Italia). Si sente un calciatore normale, forse proprio questo è il suo limite. Normale non lo è, viste le qualità tecniche. Diciamo che la sua è solo la normalità di un campione. Poche parole, poca voglia parlare. «Perché non mi autoesalto? Almeno se voli basso e cadi, non ti fai male». Dalla paura di volare alla paura di cadere, insomma. Mirko ama starsene sulle sue, giocare e basta. E aspettare ottobre, mese della nascita del figlio, che si chiamerà Alexander. «Il primo anno me ne hanno dette di tutti i colori e mi è servito tantissimo, ho capito che non mi devo mai abbattere e che devo solo lavorare, perché così ottieni i risultati. Mi sento un giocatore normalissimo che cerca di fare il meglio e in partita a volte mi riesce e a volte no».