Roma, rimonte e guai fisici. Montella non guarisce la squadra giallorossa. Dall’Ansa:
Continuando a giocare così il quarto posto resterà un miraggio. È questa l’unica certezza in casa della Roma dopo il pareggio interno col Parma. Anzi, no. L’altro punto fermo riguarda il futuro di Adriano: l’Imperatore non vestirà più i colori giallorossi e dovrà cercare un altro club, magari in Brasile, pronto a dargli la stessa fiducia ricevuta, e puntualmente disattesa, dalla Città Eterna. Città che, dopo il 2-2 dell’Olimpico, si è risvegliata più delusa che arrabbiata. I tifosi, infatti, dopo le dimissioni rassegnate da Ranieri, si attendevano una reazione da parte di Totti e compagni, un moto d’orgoglio per risalire la china e puntare dritti alla conquista dell’ultimo pass utile che vale l’accesso alla prossima Champions League. E la vittoria a Bologna, l’esordio del nuovo tecnico Montella, aveva alimentato speranze e riacceso sopite ambizioni d’alta quota. L’ennesima rimonta subita in stagione, stavolta per mano del Parma, ha invece fatto ripiombare l’ambiente in un limbo fatto di sfiducia e scetticismo, nonostante le confortanti notizie sulle condizioni fisiche di Pizarro arrivate con la risonanza magnetica al ginocchio destro che ha dato esito negativo, non evidenziando lesioni (il cileno domani si sottoporrà comunque ad ulteriori accertamenti e non è da escludere un recupero lampo per la trasferta di venerdì sera a Lecce, ndr). A destare le maggiori perplessità sono i sempre più frequenti cali fisici e di concentrazione che colpiscono la Roma nelle fasi finali di gara. La squadra di Montella, come testimoniano i gol presi nell’ultima mezz’ora (ben 24 sui 38 totali, ndr) e le rimonte subite in stagione (già 6 in campionato, ndr), non ha la testa e, soprattutto, le gambe per iniziare e concludere una partita con la medesima intensità. «C’è stato un calo evidente nel quarto d’ora finale – l’ammissione dello stesso allenatore romanista dopo il pari col Parma -. Abbiamo bisogno di alzare il ritmo, la squadra lo sa e col lavoro si può migliorare, ma serve tempo». Stranamente, però, la sessione di allenamento di domani è stata annullata, concedendo un giorno di riposo alla squadra. Eppure, la sabbia nella clessidra giallorossa è proprio l’elemento che comincia a scarseggiare. La Roma, infatti, ha già perso 14 punti a causa delle rimonte subite. Un bottino decisamente sostanzioso che, se non fosse stato smarrito per strada, avrebbe permesso di lottare per lo scudetto. Oltre ai punti, poi, lungo il cammino è stato perso anche Adriano. Ieri l’attaccante brasiliano, disertando la visita di controllo col professor Castagna programmata a Trigoria, ha fatto definitivamente perdere la pazienza alla dirigenza giallorossa che lo aveva accolto a braccia aperte nella Capitale, scommettendo forte (ingaggio triennale da 5 milioni di euro lordi a stagione, ndr) sulla sua rinascita. Ovviamente, considerato il passato ‘problematicò del giocatore, la Roma si era tutelata inserendo nel contratto una serie di clausole dettagliate cui poter appellarsi in caso di comportamenti non professionali. Comportamenti che si sono puntualmente verificati, tanto che a Trigoria ci sarebbe anche un corposo dossier sulla condotta dell’attaccante, e che adesso potrebbero costare ad Adriano la rescissione. La società giallorossa, però, non vorrebbe chiudere il rapporto in maniera traumatica, con una presa di posizione forte e unilaterale. Per questo, nelle prossime 48 ore, il direttore operativo Gian Paolo Montali incontrerà proprio Adriano e il suo agente, Roberto Calenda, per cercare di raggiungere un accordo (come ad esempio una risoluzione consensuale, ndr) che non crei ulteriori problemi al giocatore – tutt’ora infortunato alla spalla destra – e permetta alla Roma di uscirne in maniera appropriata dal punto di vista dell’immagine.