Da Il Corriere dello Sport:
Le maniche corte pure se inotrno al campo ci sono gli orsi bianchi che gridano mamma mia che freddo che fa. Le scivolate in campo senza mai tirare indietro la gamba. La corsa continua fino ad uscire dal campo con la maglia che neppure in lavanderia accettano. La sfrontatezza di non avere paura di nulla, neppure di un’eventuale brutta figura. Tutte le caratteristiche che si possono sintetizzare in un nome, il gladiatore. L’ultimo è un vichingo, il suo nome è John Arne Riise, ha un sinistro che non teme confronti, è nel cuore dei tifosi giallorossi da quando è sbarcato da queste parti, una vaga simiglianza con popeye, un pallone al posto degli spinaci per sfidare chiunque. Non sappiamo se avete presente dove è nato. La cittadina si chiama Alesund, nel nord della Norvegia che è già tanto a nord, il circolo polare artico è da quelle parti, il freddo una costante anche quando il calendario dice giugno. le temperauture delle nostre parti per lui sono un paradiso, ma quele maniche lunghe, dategli un pallone e il roscio non vi tradirà. Per la gioia della curva Sud dalla quale, pure se il vichingo ha il pallone tra i piedi c cinquanta metri dalla porta avversaria, si sente quel mormorio tira, tira che è la firma di un feeling sempre più forte e saldo fra giocatore e tifosi.
Lui sarà pure vichingo, ma questo feeling lo senti sulla pelle, anche se a Trigoria è arrivato da un altro tempio del calcio come l’Anfield road, la casa del Liverpool dove il roscio era beniamino della Kop, che ora acclama Aquilani. Lo sente al punto che non ci pensa minimamente ad andare da qualche altra parte. anche se il suo contratto scadrà il 30 giugno 2011, “perchè io a Roma sto benissimo e voglio rimanere qui almeno tre-quattro anni con l’obiettivo di vincere qualche cosa con questa maglia“. Del resto a Roma ci sta alla grande. All’inizio ha faticato un po’ con la lingua, ma poi è stata una discesa.