La festa della Roma rivissuta dalle pagine de La Gazzetta dello Sport vale un giusto e meritato tributo a coloro che – leggi Matteo Brighi e Julio Baptista – vengono chiamati e rispondono presente. Oltre ai due, il solito, indiscutibile omaggio a quel gran romanista che sta diventando John Arne Riise e il riconoscimento dovuto a Julio Sergio. Detto saracinesca. Testuale:
E’ qui la festa? Inizia un po’ sottotono, luci soffuse, musica al minimo, buffet intatto, invitati seduti e timidi. Ognuno se ne sta in disparte, in un angolo, indeciso se presentarsi o meno. Poi, basta che si alzi il primo, giusto per prendere una tartina, e pure gli altri prendono coraggio. Si beve, cocktail a volontà. La musica lenta diventa rock. C’è spazio pure per un pezzo di samba, grande punk in chiusura. E’ festa per tutti, arrivano pure gli amici degli amici. Baptista si era presentato da imbucato, poi ha fatto amicizia con il padrone di casa, sarà invitato anche alle prossime. «Finalmente anch’io ho segnato in campionato, lo aspettavo da tempo. E’ un momento in cui mi gira tutto bene, spero di dare un contributo importante fino al termine della stagione». Brighi era il più timido di tutti, poi si è scatenato. Riise metteva i dischi, offriva da bere, e alla fine ha deciso di dare una lezione di biliardo agli amici (quel gol l’ha tirato con la stecca). In volo Muscoli da marinaio, capelli da punk, lotta, corre e segna. Il norvegese è diventato un fenomeno.
Ranieri se lo coccola: «L’avevo detto io che sarebbe tornato presto quello di Liverpool, in questo momento è una delle nostre armi in più». E lui: «E’ un periodo fantastico, per me e per la squadra. Ogni partita è un decollo, una vittoria bellissima. Sono convinto che resteremo in volo fino alla fine, possiamo fare qualcosa di importante in questa stagione». Anche in Europa: «Ora dobbiamo pensare alla partita con il Panathinaikos, troveremo un ambiente difficile, vogliamo fare bene anche in Coppa». No Julio Sergio, no party. Senza il portiere, non sarebbe stata la stessa festa. Decisivo come un centravanti a Firenze, conservatore ieri sera: ha chiuso la guardiola, è salito alla festa, ha tenuto il Palermo a debita distanza. «Stiamo dando tutti il massimo, continuiamo a fare punti – racconta Julio -, alla fine di aprile, prima del rush finale, vedremo dove saremo in classifica, per quale traguardo potremo competere». Il portiere ragiona come il padrone di casa (Ranieri): nessun passo più lungo della gamba, che poi si finisce per cadere. «Ora pensiamosolo alla sfida di Atene: prevedo una gara difficile, lì dovremo limitare i danni, a Roma conquisteremo la qualificazione». A Taddei hanno fatto riordinare la casa. Lui, del resto, è un gran faticatore. «Questa squadra sa quello che vuole ed è molto equilibrata. Ranieri è bravo a sfruttare le nostre potenzialità: ci tiene sulla corda, così chiunque scenda in campo si mette a disposizione della squadra». E vai di ramazza.