Dalla Gazzetta dello Sport:
La prossima sarà la prima vera Roma di Ranieri. Mercato e preparazione con la sua regia: cosa si aspetta dalla società? «Il punto fondamentale è non prendere in giro i tifosi. La nostra gente sa benissimo quali siano le nostre risorse e non bisogna promettere la luna. Mi aspetto una Roma più forte perché quella che si è giocata lo scudetto fino all’ultima mezz’ora di campionato ha fatto cose straordinarie, forse irripetibili. Sappiamo dove intervenire e cercheremo di accontentare chi vuole cambiare aria».
I primi rinforzi sono Adriano e Simplicio: che cosa l’ha spinta a scommettere su Adriano? «Io sono contento dell’arrivo di Adriano. L’operazione è stata condotta da Pradè: sua l’idea, suo il merito di aver chiuso l’affare. Roma può aiutare Adriano a rigenerarsi».
È vero che Ranieri avrebbe detto «io gestisco Adriano in campo, il resto è compito della società»? «Ho sempre gestito i miei giocatori occupandomi della parte tecnica e lasciando totale libertà fuori al campo. Non sono mai andato a suonare al citofono dei calciatori la sera o a cercarli nei bar».
Chi si occuperà allora di Adriano lontano dal campo? «Adriano ha 28 anni e credo che possa gestire in prima persona la sua vita».
Paura di perdere Burdisso? «Burdisso per me è fondamentale. Non voglio pensare ad una Roma senza di lui. Sono convinto che la società farà di tutto per mettermelo a disposizione. Se poi ci chiedono la luna, questa è un’altra storia».
C’è il rischio reale di perdere De Rossi? «No. Sono convinto che Daniele non lascerà la Roma».
È vero che tra Ranieri e De Rossi non c’è grande feeling? «Questa è nuova. Falso».
I fuoriclasse quando invecchiano-complicano la vita agli allenatori: è difficile gestire Totti? «Francesco si è sempre messo a disposizione della squadra. Aggiungo: tra Ranieri, Totti e Vito Scala c’è sintonia totale».
Il continuo richiamo alla romanità non è provincialismo? «Non siamo l’Athletic Bilbao che schiera solo giocatori baschi, ma il senso di appartenenza è un valore aggiunto».
Qual è il rapporto tra Claudio Ranieri e una presidentessa più giovane di 20 anni? «Rosella Sensi è il mio capo. È pragmatica. Ha lucidità e durezza nel realizzare i progetti».
Che cosa perde il calcio italiano con l’addio di Mourinho? «Non voglio più parlare di Mourinho. Il calcio italiano sopravviverà. Mourinho mancherà a livello mediatico: è stato una miniera d’oro per i giornali».
È stato contattato dalla federazione per guidare l’Italia? «No, ma un giorno vorrei allenare una Nazionale. Sono contento per Prandelli: persona perbene e ottimo tecnico».
Dove può arrivare l’Italia di Lippi al Mondiale? «Se gira bene, in semifinale».
Il calciatore italiano sul quale scommettere? «Gilardino».
Le favorite? «Brasile, Inghilterra anche se il portiere non mi convince, Spagna. Mi incuriosisce l’Argentina con Maradona in panchina».
Le stelle? «Messi. Poi Milito. Ha fatto la differenza tra Inter e Roma e ha deciso la finale di Champions. Se si conferma, il Pallone d’Oro è suo».