L’attacco di Ranieri

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 Dalla Gazzetta dello Sport:

Gli anni di scuola, le sere a teatro, la passione per i libri. Chissà. Fatto sta che in qualche parte del suo inconscio sarà rimasta sepolta la battuta cardine del finale dei «Sei personaggi in cerca d’autore» di Luigi Pirandello. «Questa non è finzione, è realtà», grida il Padre alla platea ammutolita, e questo ieri ha gridato Claudio Ranieri alla platea dei giornalisti (ammutoliti, perché privati della possibilità di far domande) in un crescendo di toni — per volare più basso — a metà fra il Mourinho italico e il Trapattoni tedesco. Il senso è chiaro: «Questa Roma ha le palle, ce la faremo anche quest’anno. Dopo Cagliari e Monaco ci avete buttato fango addosso. Non faccio l’elenco, ma dopo ricordatevelo e noi ci ricorderemo di voi».
Responsabilità Insomma, una specie di punto di svolta dello psicodramma della Roma che, se in campo per ora è in cerca d’autore, fuori ha sguazzato negli ultimi giorni sulla malinconia per la sconfitta in Champions e la presunta frattura fra Totti e Ranieri. Tutte chiacchiere che hanno reso Ranieri furibondo, con la benedizione della società («ha fatto benissimo a sfogarsi», ha commentato Maria Sensi, madre della presidente Rosella, unendosi al coro di quelle radio locali «embedded»). «Questa volta inizio io e concludo io — ha esordito Ranieri —. I risultati non vanno bene, non stiamo giocando bene e non è una scusante. A Cagliari e Monaco non abbiamo fatto la partita che volevamo. Le responsabilità sono dell’allenatore, non mi sono mai tirato indietro in carriera, figuriamoci se lo faccio a Roma. Poi ho letto che Totti era contro di me: cosa assurda. Questo è uno spogliatoio sano. Posso sbagliare a farlo giocare o no, ma io sono il capo e tutto ciò che faccio è per la Roma. Dopo è facile parlare. Non si fa così. L’anno scorso dicevate peste e corna di questa squadra, lasciando fuori l’allenatore. Invece questi ragazzi vi hanno fatto sognare. Ora io non voglio alibi, ma non accetto tutte queste illazioni. È una squadra che ha le palle e lo dimostrerà. Dicono che conosco solo il 4-4-2, ma che ne sapete voi di me? Andate a vedere quello che ho fatto nella mia carriera, dove ho vinto e con quanti moduli. Simplicio? Troppo facile, questo è il bar dello sport. Certo che ci verrà utile, ma all’inizio giocano i titolari, giocano i campioni che hanno dato tanto alla Roma. Arriverà il tempo suo, ma questa è la realtà, non la vostra», ha concluso battendo i pugni sul tavolo.
Sigari & Esperienza Il problema purtroppo è che stavolta non si gioca a pallone contro i giornalisti, ma col Bologna, «È una gara difficile — ha ammesso Ranieri. – Staranno tutti dietro arroccati e poi ripartiranno in contropiede. Noi stiamo attraversando un periodo difficile, però io ne ho attraversati tremila nella mia carriera , ho vent’anni di esperienza. Che pensate, che mi sono sempre fumato il sigaro in panchina? E così i miei giocatori. Siamo un tutt’uno nel bene e nel male. Sappiamo soffrire e ve l’hanno dimostrato l’anno scorso quando nessuno credeva in loro. I nostri tifosi saranno con noi perché quello che gli abbiamoregalato l’anno scorso glielo vogliamo regalare anche quest’anno. Stiamo partendo con l’handicap anche stavolta, mace la faremo di nuovo. Questo ve lo dico e ve lo sottoscrivo».
Tentazione Adriano Firmato il patto coi tifosi ed esposta (senza distinzioni) la critica al pubblico ludibrio, restano i problemi di formazione. All’ultimo fixing paiono in ascesa le azioni di Adriano, in ballottaggio con Borriello per fare coppia con Totti. Vucinic, infatti, dopo gli acciacchi sembra pronto solo per la panchina. Ma aspettiamoci sorprese. In fondo anche il calcio, ormai, è teatro senza repliche.


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