Inevitabile, a questo punto, parlare dei due: Claudio Ranieri e Cesare Prandelli. Non solo per quanto bene stanno facendo nelle rispettive figure professionali di allenatori della Roma e della Fiorentina, ma anche per il fatto che entrambi sono stati accostati in maniera evidente alla Nazionale italiana.
Più di un addetto ai lavori ci vede – in Ranieri e Prandelli – il prossimo commissario tecnico azzurro: i due hanno sviato la domanda nella conferenza stampa della vigilia di Fiorentina-Roma ma sanno benissimo quanto reale sia l’ipotesi che possano trovarsi a guidare la nostra Nazionale.
Ce ne parla La Gazzetta dello Sport:
Non hanno mai lavorato insieme, ma hanno molte «maglie in comune»: Juve, Fiorentina, Roma, Parma. Storie diverse, naturalmente. Non tutte a lieto fine. Cesare Prandelli, da giocatore bianconero, ha vinto tre scudetti, una Coppa Campioni, una Coppa delle Coppe; Claudio Ranieri, invece, da allenatore della Juve ha subito un esonero a due giornate dal termine mentre era ormai a un passo dalla qualificazione Champions. Sulla panchina della Fiorentina, invece, hanno costruito entrambi qualcosa di storico. Il gladiatore Claudio è partito dalla B e ha conquistato una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. E pazienza se dopo quattro anni è stato costretto ad andarsene per le mattane di Vittorio Cecchi Gori e per la rivolta di piazza. Il testardo Cesare non ha ancora una coppa da mostrare, maha portato per quattro anni la Fiorentina in Champions. Si potrebbe andare avanti con le «parentesi» di Parma dove Prandelli ha costruito una generazioni di fenomeni (Gilardino, Mutu, Adriano…) e dove Ranieri ha conquistato una salvezza che sembrava impossibile. O con l’esperienza di Roma. Per Cesare una pagina da cancellare. L’inizio della malattia della moglie e una lettera di dimissioni scritta con grande sofferenza. Questa corsa parallela continua anche sul mercato, con «voci azzurre». Il presidente Abete ha un debole per l’allenatore viola e una grande simpatia per Ranieri. Sono loro i primi della lista per un eventuale dopo Lippi. Un corteggiamento che, per ora, non ha trovato grande sponda nelle due controparti. Il problema è che Cesare e Claudio vivono un momento di incertezza professionale. Entrambi non vorrebbero cambiare panchina. Claudio è di Testaccio. La Roma è stata la sua compagnia di vita. Cesare a Firenze ha trovato un’altra famiglia che lo ha osannato nei momenti felici e protetto nei giorni tristi. Se ne riparlerà tra un paio di mesi. Aprimavera i progetti di Della Valle e di Sensi saranno più chiari. Se entrambi i club avranno ancora voglia di crescere allora Cesare e Claudio tireranno un sospiro di sollievo e firmeranno gli allungamenti dei rispettivi contratti.