Il profeta di Setubal e quello del Testaccio. La sfida tra Josè Mourinho e Claudio Ranieri, quella tra due filosofie opposte, tra due modelli opposti, tra due mondi opposti, arriva all’ennesimo appuntamento. E la cornice è sempre quella canonica della finale di Coppa Italia, ormai un affare per due negli ultimi cinque anni se si esclude la parentesi della scorsa stagione.
Se si escludono le prime due giornate di campionato, quelle in cui Ranieri non sedeva ancora sulla panchina della Roma, il giallorosso ha fatto più punti del portoghese mettendo così seri dubbi sul predominio dei nerazzurri in Serie A. Anche gli scontri diretti sono a suo favore, con un pareggio a San Siro ed una vittoria all’Olimpico che per qualche domenica ha fatto vacillare il trono di Mou.
Ma lo scontro tra i due non si esaurisce nelle sfide Roma-Inter. Già con il romano in bianconero zebrato gli incontri ravvicinati dentro e fuori dal campo non mancarono e furono condite anche da dichiarazioni che hanno fatto la storia recente delle conferenze stampa (e la ricchezza di tanti giornali) tra cui gli Zeru Tituli, la Prostituzione Intellettuale e i Good Afternoon e Good Morning.
Gli scontri diretti dell’epoca spariscono però di fronte ai successi finali del tecnico interista, cosa che si può riscontrare anche per i confronti indiretti dei rispettivi periodi in Inghilterra alla guida del Chelsea (seppur in momenti e contesti molto diversi).
Amici mai, dunque, a prescindere dai colori difesi. Adesso però per la prima volta i due si disputeranno una competizione in partita secca e, anche se non si cambieranno del tutto le statistiche fra i due, quantomeno si potrebbe invertire per una notte la tendenza che vede Mourinho sempre vincente sul filo di lana. E a due giornate dalla fine del campionato, questo potrebbe sparigliare le carte in vista del rush finale.