L’intervista rilasciata da Claudio Ranieri al Corriere dello Sport, all’indomani del derby vinto:
Claudio Ranieri, cosa è successo tra domenica sera e ieri?
«Domenica sera ho festeggiato. Quando sono tornato a casa ho trovato gli amici di mia figlia e abbiamo brindato. Oggi (ieri, n.d.r.) sono uscito poco, ma tutti i tifosi della Roma che mi hanno fermato, erano supercontenti».
Che effetto fa, da allenatore-tifoso, vincere il derby?
«La cosa più importante è la felicità da condividere tutti insieme, la squadra e i tifosi. Sono arrivato da meno di tre mesi e dal primo giorno sognavo una serata così. E’ stato bellissimo. E’ straordinario sentire la curva che ti soffia dietro, che ti spinge. Quando sono arrivato, ho detto che sarebbe stata una stagione difficile, che bisognava cantare e portare la croce. Era importante stare con i piedi per terra, per costruire una squadra reattiva, che abbia un proprio gioco, una sua identità. Non puoi cambiare tutto con la bacchetta magica, non sono mago Zurlì. Mi sono messo al lavoro. Quello che abbiamo fatto finora dobbiamo metterlo da parte, dimenticarlo. Bisogna pensare alle prossime partite».
Roma giallorossa si è risvegliata dopo il derby ubriaca di felicità. Quegli stessi tifosi erano depressi e arrabbiati dopo le tre sconfitte consecutive.
«Una volta si diceva che questa altalena di stati d’animo fosse una prerogativa delle squadre del Centro-Sud. Ora mi sembra che tutti vogliono tutto e subito. Ci vorrebbe il giusto equilibrio. Io credo che siamo sulla buona strada, ma il cammino è appena cominciato. Siamo al venti per cento di quello che voglio io. Ma questa coesione tra pubblico e squadra è un concetto a me caro. Quando criticai i tifosi per non aver sostenuto la squadra contro il Bologna, qualcuno aveva travisò le mie parole, ma sono convinto che solo con questa unione si possa andare lontano».
Il derby non è stato una bella partita.
«I ragazzi erano contratti. Lo sentono in maniera spasmodica. Si sono sbloccati solo dopo aver corso quel grosso pericolo, dal quale ci ha salvato Julio Sergio. Non lo sentono solo i romani. Avete visto Menez?».
La Roma sta prendendo il carattere di Ranieri. Ha sofferto, ha lottato, non si è mai data per vinta. In passato, per stessa ammissione del suo predecessore, si sentiva troppo “bella”.
«Questa unione tra me e i ragazzi sta dando i suoi frutti. Per entrare in sintonia con me i giocatori devono dare tutto quello che hanno per la squadra, senza sentirsi mai domi. All’inizio qualcuno ha fatto fatica a capire certi concetti. Ai ragazzi ho detto: “Se siamo bravi lo dimostreremo, ma prima voglio vedere quelle qualità caratteriali che considero fondamentali”. Questi ragazzi non devono sentirsi mai sazi».
Appena arrivò a Roma disse “ scordatevi lo spettacolo” e questo fece discutere. Però le ultime vittorie hanno portato anche sprazzi di bel gioco, i gol spesso arrivano a conclusione di schemi provati in allenamento.
«Quando ero giovane ero considerato un innovatore, adesso che ho una certa età sento dire che il bel calcio lo fanno i giovani. Sarò presuntuoso, ma so che quando mi è stata affidata una squadra, con me alla guida ha sempre dato il massimo. Se sono subentrato o sono stato esonerato, nè prima, nè dopo di me, nessuno ha fatto meglio. La storia è questa».
Non è stato facile far capire la sua filosofia.
«Ai giocatori dico: “chi mi vuole conquistare deve dare tutto quello che ha”. C’è chi la voglia di combattere ce l’ha nel Dna, chi invece devi aiutarlo a tirarla fuori».
Il suo derby, le sue emozioni alla fine?
«L’ho sentito, è vero. Io sono un tipo schivo, timido. Inoltre mai e poi mai entro in campo e tolgo la scena ai ragazzi. Ma questa volta finita la partita mi sono violentato. Poi, una volta dentro il campo sono rimasto vicino ai giocatori. Comunque mi sono regalato una botta di vita».
I laziali hanno contestato Totti per l’esultanza alla fine.
«Francesco si è rivolto ai suoi tifosi. Comunque gli sfottò ci sono sempre stati, da una parte e dall’altra. Francesco ha sbagliato, ha chiesto scusa, ma è stato comunque un gesto fatto davanti al proprio pubblico».
Adesso la Roma per credere nel quarto posto deve avere ancora continuità.
«Nell’ultimo mese l’abbiamo trovata. Sono contento che non abbiamo subìto gol. Ora viene il bello, dobbiamo essere convinti e battere il ferro finché è caldo. Dobbiamo insistere su questa strada, sapendo che ci attende fino alla fine una lotta senza quartiere, con tante squadre di buon livello».
Al suo arrivo era stato accolto con una certa diffidenza, forse per i suoi trascorsi recenti alla Juventus. Dopo questo derby pensa di essere entrato nel cuore dei tifosi?
«Non so se è così, non sono il tipo che lava la faccia ai tifosi, che fa qualcosa per scaldarli. Credo che ci sia molto rispetto nei miei confronti e questo mi piace. Fa parte del mio carattere, anche io rispetto loro. E poi credo che per entrare nel cuore dei tifosi, debba prima regalargli qualcosa di importante…».
Domenica sera ha fatto felice anche il presidente Rosella Sensi.
«L’ho sentita, era molto contenta. Mi ha fatto piacere sentirla risollevata».
Ranieri: “Il derby, una botta di vita!”
di 8 Dicembre 2009Commenta