Simone Perrotta, campione del Mondo in carica e clamoroso assente nella lista dei convocati di Marcello Lippi in vista dei Mondiali del 2010, non serba rancore nei confronti del Ct per la mancata chiamata e dichiara in maniera convinta che, a questo punto, lui avrà modo di pensare in maniera esclusiva alla Roma. Da Il Romanista:
La ciliegina sulla torta sarebbe stata la convocazione in Nazionale. Stavolta, gioco forza, Perrotta guarderà i prossimi Mondiali dalla televisione. Nonostante una stagione vissuta sempre ai primi posti delle classifiche di rendimento, Lippi ha preferito lasciarlo a casa, togliendogli la possibilità di difendere il titolo conquistato quattro anni fa a Berlino.
Una decisione un po’ a sorpresa quella presa dal CT che, in ogni caso, non ha rovinato il sonno al centrocampista giallorosso: «Rispetto la decisione dell’allenatore, me ne andrò in vacanza senza problemi». Le sue parole, rilasciate a Roma Channel qualche istante dopo la conclusione dell’amichevole con la Primavera, a margine della manifestazione “Insieme alla Roma per donare la vita”, dimostrano per l’ennesima volta il suo spessore umano. Al suo sesto anno nella Capitale, “Super Simo” è un leader unanimemente riconosciuto all’interno dello spogliatoio. Dopo gli inizi per niente facili, la mutazione tattica che l’ha reso fra gli incursori più abili del campionato, il boom durante la gestione Spalletti e, successivamente, un periodo di crisi sotto il profilo della forma, Perrotta ha ripreso a macinare chilometri come un eurostar. Allontanati i vari acciacchi che spesso l’hanno costretto a lunghe sedute di fisioterapia, il 32enne di Ashton, è riuscito a liberarsi dal peso delle critiche che l’avevano quasi soffocato e amareggiato. La scorsa annata, sicuramente non la migliore della carriera, è stata prodiga di voci che lo accompagnavano verso l’Inghilterra. Rumors che, però, non hanno minimamente intaccato la tigna, tutta calabrese, di Simone, spronandolo a guadagnarsi nuovamente la stima di pubblico e allenatore. Ora, le carte in tavola sono cambiate: il piatto non piange più. Anzi, sorride beffandosi del destino. In questi lunghi mesi di corse e rincorse all’Inter, Perrotta ha indossato la fascia di capitano, ha addentato le caviglie di centinaia di avversari, ha giocato come mediano, come centrale di centrocampo, come trequartista, si è sacrificato come seconda punta, spesso è stato il primo ad far partire il pressing, ha incitato dalla panchina, ha difeso i compagni dentro e fuori dal campo. Ha fatto tutto ciò che andava fatto per il bene della squadra. Senza mai tirarsi indietro. Senza ripensare ai fischi di cui è stato bersaglio. Perché questo è Simone Perrotta, un ragazzo intelligente che sa che la sua Nazionale è la Roma.