Alcuni chiarimenti sull'intervento da moviola che ha fatto tanto discutere in questi giorni
Non si placano le polemiche arbitrali per la sfida tra Lecce e Roma di lunedì scorso, visto che ancora oggi tanti tifosi giallorossi si chiedono perché sia stato negato il rigore alla squadra di De Rossi e a Zalewski contro i pugliesi. Partita giocata male dagli ospiti, ma ciò non toglie che l’episodio in questione avrebbe potuto cambiare gli equilibri e l’inerzia del match.
Capiamo perché sia stato negato il rigore alla Roma e a Zalewski nella partita di lunedì scorso contro il Lecce
A tal proposito, è interessante l’analisi dell’episodio di Massimo Dotto, esperto di questioni arbitrali, all’interno del gruppo Facebook “Regolamento del giuoco del calcio e casistica”. Queste le motivazioni che, a suo dire, avrebbero indotto arbitro e VAR a non decretare la massima punizione per la Roma:
“Per mia conoscenza, il contatto dopo spossessamento/tiro, per direttiva dell’OT di Serie A e B viene di norma punito (soprattutto?) se imprudente (non troverete nulla di scritto, ma le parole espresse in Open Var dovrebbero essere sufficiente indizio per farvi capire che quanto mi è stato detto sia fondato). Io non concordo con questa visione, dato che a mio avviso il regolamento non fa e non dovrebbe far differenza in caso di pallone ancora da calciare o già calciato o azione virtualmente “finita” con pallone comunque ancora in gioco.
Anche perché, se la lettura dell’imprudenza fosse realmente quella che guida tali decisioni, avremmo assistito in passato a molte decisioni contrarie che punivano (giustamente IMHO) interventi negligenti indipendentemente dallo “stato dell’azione”.
Nel caso specifico il movimento dell’attaccante è trasversale rispetto a quello del portiere e del difendente. L’attaccante quindi prima arriva a contatto con il difendente in modo “leggero” (primo cerchio rosso) e poi col portiere (secondo cerchio), ma questo ultimo, al momento del contatto, ha poco/nullo spostamento orizzontale poiché il “grosso” della forza si è scaricata tra portiere e difendente.
Alla luce di ciò, la dinamica suggerisce uno scontro di gioco in cui il portiere scarica la potenziale negligenza in un movimento verso il compagno, e poi, per dinamica, frana sopra sull’attaccante che, nel frattempo, si è inserito tra i due. Corretto a mio avviso lasciar correre. L’arrivo in extremis di tutti e tre non mi fa avere una chiara percezione di negligenza da parte di alcuno, proprio per l’incrocio delle traiettorie e lo scarico delle forze”.
Insomma, dopo l’intervento ad Open VAR di DAZN da parte dell’AIA, altro contributo sul controverso caso di Zalewski a Lecce.