Ogni rovescio ha la sua medaglia: il pari di Parma, che è oggettivamente un rovescio dato anche che l’avversario non era il Real Madrid (nemmeno il Basilea, del resto, lo era), ha la medaglia d’un punto, che in questi tempi di magra è pur qualcosa. Tanto più se ottenuto “fòri porta”, dove la Roma fin qui ha fatto peggio assai che non all’Olimpico, e ce ne vuole. Era stata migliore contro il Genoa, che sembrava una ripartenza: e invece ecco il Basilea prima e il Parma poi a portare di nuovo quel po’ di scoramento che accompagna il popolo giallorosso in questa stagione cominciata peggio della precedente, che era stata da record negativo ed aveva portato al divorzio da Spalletti. Che succede a questa Roma dello zero a zero al Tardini all’ora di pranzo? Non si canta a bocca piena, dicevano gli innamorati giallorossi inscenando la “protesta del panino”, che sembrava la rivoluzione del tè a Boston ma non avrà gli stessi effetti sul mercificato calcio dei nostri tempi. E neppure si gioca, a bocca piena. Costretto a rinunciare d’improvviso a Taddei che pure s’era scaldato con i compagni, Ranieri ha cercato di fare il trasformista con la sua Roma impotente al gol. Ha messo in campo, una dopo l’altra, punte e mezze punte, tanto che era partito con Totti, Vucinic e Borriello ed ha chiuso con Simplicio, Baptista e Okaka (entrato al posto di Cicinho che era stato chiamato d’urgenza al posto di Taddei) più Borriello che ha le spalle larghe ma abbandonato al proprio destino di bomber solitario non segnava nemmeno lui.
Roma: mezzogiorno di noia
di 25 Ottobre 2010Commenta