La fame genera fame. Legge di natura, regola di vita, assioma calcistico: Claudio Ranieri e la Roma – già in Grecia per la gara di Europa League contro il Panathinaikos – dicono che ancora non basta. Vincere, continuare a vincere per un motivo elementare. Ce n’è necessità. I venti risultati utili consectivi sono un ottimo sollecito per una squadra che non sa più perdere. Serviva una scossa, il testaccino l’ha garantita. Occorreva uno stimolo, serie A e Coppa Italia lo hanno concretizzato. Ora, l’Europa Legaue. Con i giallorossi determinati a chiudere in una morsa la formazione ateniese. Imbottigliarli, insaccarli. Noi – ce l’aveva lì, sulla punta della lingua, mister Ranieri – si va in Oriente. Ma mica per niente. “Facciamo vedere a questi greci chi sono i romani“. E ho detto tutto, avrebbe chiosato il grande Antonio De Curtis: perchè è tanto vero che la fame generi fame quanto il fatto che la Storia, quella grande, sia lì a indicarti la via. E, da che mondo e mondo, a cancellare la gloria dei classici dell’antichità ci hanno pensato i romani. Senza buttare via niente, beninteso: semplicemente, il tesoretto dei greci s’è trasformato nel bagaglio di esperienza di Giulio Cesare e compagnia. Appropiarsi del Partenone per costruire il Colosseo, rendersi nuova fonte di classicità: una logica disarmante.
La fame genera fame, soprattutto quando la tavola comincia a essere imbandita. E, compiuto il giro di boa della stagione 2009/10 – la sala da pranzo giallorossa si fa sempre più ghiotta, i trofei cominciano a luccicare, il cibo a strabordare. E per arrivare alla frutta, all’inappagabile sensazione di sazietà occorre inevitabilmente che i giallorossi comincino dallo Tzatziki (yogurt lavorato con cetriolo, aglio e olio). “Abbiamo il massimo rispetto per il Panathinaikos ma vogliamo andare avanti. Sappiamo di essere un’ottima squadra ma rispettiamo l’avversario. Daremo il massimo“, parola di Ranieri che, a questo punto pare verosimile nonostante il testaccino non si sia sbilanciato, potrebbe affidarsi alla coppia centrale difensiva composta da Nicolas Burdisso e Philippe Mexes. Che si è allenato con il gruppo nel corso della seduta serale della vigilia e sembra essere disponibile. Idem per Simone Perrotta, a cui dovrebbe toccare in sorte il compito più difficile: rimpiazzare Matteo Brighi che, dall’alto dell’ultima doppietta, la speranza di ripartire nell’undici titolare ce l’ha. Sulla fascia pare più Marco Motta che Marco Cassetti; Riise non si discute. Come Daniele De Rossi. Come David Pizarro e Rodrigo Taddei. Novità rispetto alla gara contro il palermo, l’ingresso dal 1′ di Julio Baptista. A dar man forte all’attacco. Che continua a star tutto nei piedi di Mirko Vucinic. Poi, a dimostrazione del fatto che si va in Grecia per tornare sazi, pare che stavolta non ci sia neppure motivo per chiedere a Julio Sergio di accomodarsi in panchina.
PROBABILI FORMAZIONI.
Panathinaikos (4-4-2): Tzorvas, Vintra, Kante, Sarriegi, Spiropoulos, Karagounis, Katsouranis, Simao, Leto, Cisse.
Roma (4-2-3-1): Julio Sergio, Motta, Mexes, Burdisso, Riise, Pizarro, De Rossi, Perrotta, Taddei, Baptista, Vucinic. All. Ranieri.