Ritorna Pizarro

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 Dal Corriere dello Sport:

Sono molte le fotografie che qualsiasi tifoso romanista, si porterà dietro per sempre del Roma-Bayern di martedì scorso.  Il gol di Borriello, la giugulare di De Rossi, il calcio di rigore decisivo di Totti, la gioia dei tifosi che ballavano e cantavano, roba che è stata un au tentico spettacolo. E un abbraccio, almeno per chi scrive. Quello di Daniele De Rossi a David Pizarro, il biondo che segna, il biondo che corre sulla linea del fallo laterale, il biondo che si inginocchia e abbraccia, inginocchiato pure lui, il cileno che stava per essere mandato in campo (e lo farà subito dopo al posto di Vucinic ripristinando una formazione con tre centrocampisti). La dimostrazione, in quell’abbraccio, di un gruppo vero, che da anni gioca insieme, si conosce e si vuole bene. Ma c’era anche altro in quell’abbraccio tra i due centro campistiche, negli anni spallettiani, hanno costituito il due del quattro due- tre-uno che tante soddisfazioni ha regalato. C’era dell’altro perché, improvvisamente, da qualche settimana, Pizarro non è più sembrato uno degli intoccabili di questa Roma. Prima costretto fuori da un in fortunio, poi una volta tornato a disposizione, panchinaro fisso, ruolo a cui certamente non è abituato. E questa per il giocatore è voluto dire vivere il momento più difficile da quando è arrivato a Trigoria. E’ successo anche, per esempio, che con lo staff tecnico i rapporti non siano più così idilliaci come nella passata stagione. Tra Ranieri e il cileno c’è stato uno scambio di vedute senza troppi peli sulla lingua subito dopo la vittoria nel derby. Cosa che non è detto sia per forza di cose negativa, anche se il giocatore bene non c’è rimasto, soprattutto di rimanere in panchina una volta recuperato dal l’infortunio. Del resto alzi la mano chi non immaginava Pizarro come uno dei punti fermi della prima, autentica, Roma di Claudio Ranieri. Il problema è nato nel momento in cui il tecnico, in conseguenza anche dei risultati, ha scelto di giocare con un mediano davanti e a protezione del la difesa, puntando su due intermedi più interditori che co struttori per ottenere, negli auspici, un maggiore equilibrio tattico. A quel punto la scelta, strano ma vero, è diventato un ballottaggio tra De Rossi e Pizarro, gli unici due che possono giocare, pur con caratteristiche di verse, davanti alla difesa, garantendo nello stesso tempo geometrie e ritmi. (…)


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