Ci sono le cifre – impietose: senza la vittoria nel derby, fuori casa soltanto per le statistiche, raccontano di una media da retrocessione – ma prima vengono i comportamenti (di spallettiana memoria), ancor più preoccupanti perché proiettano un’ombra inquietante sulla Roma: i numeri sono figli dell’atteggiamento, e l’atteggiamento con cui si affrontano le trasferte e/o certe giornate apparentemente più tranquille, «non è da grande squadra». Lo ha detto Gian Paolo Montali appena rientrato negli spogliatoi del Barbera,in realtà va dicendo da un po’ che «qualcosa non quadra, non funziona». Inutile nasconderlo, anzi: meglio raccontarselo e raccontarlo, per scuotere la squadra e l’ambiente. Una specie di appello salva-stagione, finché si è in tempo. «I campionati non si vincono solo con il talento e la tecnica. Si vince con la cattiveria, la determinazione, la fame. Quella che aveva l’Inter nello scorso campionato, la stessa che abbiamo avuto noi per molti mesi. Dovremmo avere il veleno nel sangue ogni volta che scendiamo in campo – l’analisi finale di Montali -, sempre, in ogni occasione, contro qualunque avversaria. Non soltanto quando ci sentiamo con l’acqua alla gola o siamo ad un passo dal baratro, come è accaduto contro il Bayern Monaco».
Mal di trasferta: la ricetta di Montali
di 30 Novembre 2010Commenta