Il Palermo annichilisce una Roma lenta e troppo imprecisa. Nel confronto a distanza tra Pastore e Menez il primo ha avuto decisamente la meglio risultando più decisivo e determinato. Ma la squadra di Delio Rossi è stata superiore soprattutto dal punto di vista collettivo. Perfettamente sistemata in campo, straordinariamente efficace sulle corsie esterne (ne hanno fatto le spese Cassetti e Riise), veloce, troppo veloce per una Roma compassata e non in grado di produrre dirompenti accelerazioni. Ranieri può invocare qualche attenuante: la perdita di Vucinic nelle ore della vigilia, il grande dispendio fisico e nervoso provocato dalla difficile vittoria contro il Bayern. Ma oggettivamente della Roma vista ieri al l’opera ben poco si può salvare, forse solo il primo quarto d’ora e il gol dell’orgoglio di Totti sul fischio finale dell’arbitro Brighi. Ma è nel confronto tra i meccanismi di gioco che la squadra di Ranieri ha manifestato un deficit enorme al cospetto di quella di Delio Rossi. Quando la palla passava nei piedi dei rosanero (cosa che spesso accadeva per via di un passaggio sbagliato), aumentava la velocità perché tutti sapevano cosa fare del pallone (e senza pallone, soprattutto) limitando i tocchi al minimo (uno, due al massimo), trovando sempre l’appoggio giusto e l’uomo privo di marcatura. Insomma, una lezione di calcio che ha consentito a Miccoli di realizzare il suo secondo gol in campionato, a Ilicic di devastare il reparto difensivo giallorosso e a Nocerino di realizzare il suo terzo gol in carriera (due alla Roma e uno alla Lazio).
Roma: brusca frenata
di 29 Novembre 2010Commenta