Doni: 6 – Incolpevole sulla valanga rossobù che porta al vantaggio di Adailton. Un’uscita insicura nella ripresa fa il pari con una provvidenziale nel primo tempo.
Motta: 6,5 – Foga e dinamismo lo inducono spesso all’errore nella prima frazione di gioco. Sfiora il gol con un diagonale che si spegne a lato di un soffio. Cresce nella ripresa, dove azzecca con puntualità la diagonale.
Dal 28′ st. Cicinho: s.v.
Mexes: 7 – Di testa o in spaccata, sbarra la strada al dirimpettaio di turno. La fascia di capitano gli dona, non solo esteticamente: lascia a casa gli eccessi, interpreta il ruolo con grande senso di responsabilità.
Juan: 6 – Svolge bene l’ordinaria amministrazione, non gli riesce di mettere una pezza sull’errore di Pizarro che spiana agli avversari la strada del gol.
Dal 1′ st. Andreolli: 6,5 – La vena di Mexes lo facilita. Svetta di testa quando serve. Quarantacinque minuti senza sbavature.
Riise: 5,5 – Propositivo nel primo tempo, diligente nel secondo. Un errore macchia la sua prestazione: la posizione sulla rete di Adailton. Chissà se a Liverpool ha mai sentito parlare di diagonale. Dopo un anno di Italia il concetto non gli è ancora entrato in testa.
Perrotta: 7 – Lavoro oscuro (e sporco, considerato il tocco di mano sul pari di Vucinic), illuminato dal gol della vittoria: spacca porta e bandierina, rimedia il giallo, ma che importa.
Pizarro: 5 – Gravissimo l’errore che manda in porta gli avversari. Altrimenti la sufficienza sarebbe abbondante, considerata la qualità che aggiunge al centrocampo giallorosso.
Brighi: 5 – Perennemente in ritardo. Un lontano parente del jolly ammirato lo scorso anno.
Guberti: 5 – Tanto fumo, poco arrosto. Rimanda costantemente cross e tiro per dribblare se stesso. Non lascia mai il segno.
Menez: 6,5 – Il rapporto tra le giocate irritanti e quelle efficaci pende inaspettatamente verso le seconde. L’Olimpico applaude i suoi guizzi. Ancor di più i ripiegamenti. Olè, Menez.
Dal 28′ st. Baptista – 5: Combina poco e niente nei minuti che Ranieri gli concede. Si incaponisce nel finale, quando si fa chiudere dagli avversari, anzichè scaricare un pallone elementare su Vucinic. Di questo passo, la Bestia, rischia di perdere anche il soprannome.
Vucinic: 6,5 – Il periodo è di quelli neri. L’approccio del montenegrino è a testa bassa. Gioca di sponda per i compagni, come può si gira e conclude. Mentre la Roma affonda, lui rinasce, grazie ad un gol facile facile, di quelli che solitamente sbaglia. Poi, tanto per non tradire le abitudini fallisce la doppietta sotto porta. Non è un bomber e lo ribadisce, facendo le cose migliori quando si sposta sulle corsie esterne.
All. Ranieri: 6 – Più quadrata, la Roma, con il 4-4-2. Si aggrappa a Vucinic e a Menez: la coppia lo ripaga.
Le pagelle di Roma-Bologna: Mexes capitano coraggioso, Vucinic riemerge dall’inferno
di 1 Novembre 2009Commenta