Stefano Gugliotta passa nei pressi dell’Olimpico di Roma appena dopo la gara tra giallorossi e Inter, valevole per la finale di Coppa Italia 2010. E’ il 5 maggio e lui, la partita, manco l’ha vista: per gli uomini di polizia in pattugliamento nei pressi dello stadio, invece, oltre ad aver assistito alla gara, avrebbe anche fatto di più. E’ l’espediente: da lì, botte e violenze sull’uomo che viene fermato e detenuto per qualche giorno. E’ una storia che mette in risalto pezzi di Italia folle: la fortuna di Gugliotta è stata che le immagini del pestaggio immotivato siano state riprese da privati cittadini. Puntuali nel tirarle fuori. L’indignazione degli abitanti di viale Pinturicchio, della gente che si è presentata a testimoniare: assolutamente estranea alla famiglia del ragazzo e senza la quale per Stefano Gugliotta si sarebbe messa certo male. Abuso di potere, il reato effettivo. Non quello del ragazzo – beninteso – ma quello delle stesse forze dell’ordine che hanno sfigurato il volto dell’inerme Stefano. Lividi dappertutto, faccia tumefatta e denti rotti: dimenticare non gli sarà semplice. Il racconto delle ore precedenti e prossime al pestaggio viene per bocca dello stesso Gugliotta al momento del rilascio: