Caso Gugliotta: il Daspo è valido anche per “certa parte” delle forze dell’ordine?

 Stefano Gugliotta passa nei pressi dell’Olimpico di Roma appena dopo la gara tra giallorossi e Inter, valevole per la finale di Coppa Italia 2010. E’ il 5 maggio e lui, la partita, manco l’ha vista: per gli uomini di polizia in pattugliamento nei pressi dello stadio, invece, oltre ad aver assistito alla gara, avrebbe anche fatto di più. E’ l’espediente: da lì, botte e violenze sull’uomo che viene fermato e detenuto per qualche giorno. E’ una storia che mette in risalto pezzi di Italia folle: la fortuna di Gugliotta è stata che le immagini del pestaggio immotivato siano state riprese da privati cittadini. Puntuali nel tirarle fuori. L’indignazione degli abitanti di viale Pinturicchio, della gente che si è presentata a testimoniare: assolutamente estranea alla famiglia del ragazzo e senza la quale per Stefano Gugliotta si sarebbe messa certo male. Abuso di potere, il reato effettivo. Non quello del ragazzo – beninteso – ma quello delle stesse forze dell’ordine che hanno sfigurato il volto dell’inerme Stefano. Lividi dappertutto, faccia tumefatta e denti rotti: dimenticare non gli sarà semplice. Il racconto delle ore precedenti e prossime al pestaggio viene per bocca dello stesso Gugliotta al momento del rilascio:

Serie A 38/a Chievo-Roma. All’andata 3 punti sudati

 L’ultima gara della Roma della stagione vedrà i giallorossi di scena al Bentegodi di Verona, contro il Chievo di Mimmo Di Carlo. Con l’Inter impegnata in quel di Siena, con due punti di vantaggio, agli uomini di Ranieri servirà un vero e proprio miracolo per strappare il tricolore ai nerazzurri di Mourinho. Ma oltre al miracolo, servirà ovviamente vincere. Nel match di andata dello scorso 9 gennaio, la Roma s’impose sui clivensi per 1-0 grazie ad un gol di Daniele De Rossi al primo minuto di gioco, oramai ribattezzato da tutti “Capitan futuro”. Vittoria che tra l’altro permise ai giallorossi di tornare al quarto posto, dopo il mezzo passo falso di Cagliari, trasferta che si concluse con un beffardo 2-2.  I giallorossi disputarono una gara di sacrificio, visto che all’11’ si ritrovarono in dieci, per l’espulsione del portiere Doni. I migliori del match di andata furono Toni, Taddei e ovviamente il match winner De Rossi.

Chievo-Roma: 15 mila tifosi giallorossi coloreranno il Bentegodi

Dal Tempo:

Più di Bari, più di Parma. Una marea. Il Bentegodi domenica sarà giallorosso, altro che gialloblù. Secondo le stime del Chievo, saranno quasi quindicimila i tifosi romanisti presenti allo stadio di Verona, per assistere da vicino all’ultimo sforzo della Roma in una stagione magica. Così magica che l’Olimpico è tornato a riempirsi come non si vedeva da tempo e le trasferte «aperte» si sono trasformate in esodi.

Roma-amoR: il destino è nel nome

 Dal Romanista:

Nomen omen, il destino è nel nome. A volte, però, lo è anche l’anagramma. Roma è amor. Ma lo è anche Verona, che non è l’anagramma di amor ma che all’amore sempre ti porta. Scriveva Shakespeare in Romeo e Giulietta: “Io desidero quello che possiedo; il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedo più ne possiedo, perché l’uno e l’altro sono infiniti”. L’amore è infinito come il mare, l’amore è infinito come il suo anagramma.

Ranieri-Rosella Sensi: la prossima settimana incontro per decidere il futuro

 Dalla Gazzetta dello Sport

Prima il Chievo, poi il futuro. Claudio Ranieri vuole chiudere bene la stagione, aggrappato al sogno scudetto fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata, ma da lunedì comincerà una nuova storia. Con il tricolore sul petto, o senza, non farà differenza: la settimana prossima – tra mercoledì e venerdì ogni giorno è buono – l’allenatore della Roma incontrerà Rosella Sensi. Sarà un colloquio a due, si parlerà dei programmi, potrebbe essere un faccia a faccia decisivo. L’incontro con Rosella – Ranieri esporrà le sue richieste.

Totti: Chievo-Roma per entrare nella storia

 Da Leggo:

«Voglio il secondo scudetto». Francesco Totti ci riprova. Fra due giorni, a Verona, il capitano romanista si giocherà per la terza volta in carriera la possibilità di vincere il secondo tricolore con la maglia giallorossa. Impresa mai riuscita a nessun giocatore nella Capitale. Dopo lo scudetto del 2001, vinto nell’ultima giornata con il Parma, il capitano ha avuto altre due chance: la prima nel 2002, nel famoso 5 maggio che vide il naufragio dell’Inter all’Olimpico contro la Lazio e la vittoria tricolore della Juve (Roma seconda); la seconda nel 2008 a Catania quando per 54 minuti lo scudetto era cosa fatta, prima che Ibra a Parma lo ridasse all’Inter.

Incidenti Roma-Inter, Gugliotta: “Non fuggivo, mi picchiavano”

 Dal Corriere dello Sport

È provato, un fascio di nervi. La prima notte dopo la scarcerazione Stefano Gugliotta l’ha passata pratica­mente sveglio. «Ho dormito poco solo tre ore, ho ripensato a tutto quello che ho vissuto in questa settimana». Sul volto, il giovane di 25 anni arrestato la sera della finale di Coppa Italia Inter- Roma, porta tutti i segni del pestaggio: il dente saltato for­se per colpa del pugno sferrato dal­l’agente ora sotto inchiesta e la ferita alla testa a causa della manganellata ri­cevuta, come spiega il giovane, «prima di salire a bordo del cellulare».

Sacchi: “Scudetto? Dico Inter”

 Dal Corriere della Sera:

Non avrebbe mai immaginato un campionato aperto fino all’ultima giornata, ma anche adesso, con 90 minuti appena da giocare, il suo pronostico non cambia: «Nel calcio può succedere qualsiasi cosa, ma se l’Inter dovesse perdere lo scudetto sarebbe l’ultima sorpresa di un torneo sorprendente». Arrigo Sacchi se ne intende di arrivi in volata e di finali di Champions, ha vissuto tante vigilie di partite da tutto o niente. «E paradossalmente, per un allenatore, sono le partite più semplici – spiega -. Non hai bisogno di motivare i tuoi giocatori, quando arrivi a giocarti certe partite, il più è fatto».
Perché dice Inter? «Perché sta bene, ha il morale alle stelle, ha giocatori bravi e un allenatore unico nel suo genere.

Roma: Ranieri ha blindato la difesa

 Dal Romanista

Comunque vada a finire, bisognerà ringraziare tutti. Partendo da Francesco Totti, proseguendo con John Arne Riise, lo stakanovista che non ha saltato praticamente nessuna partita, e via via gli altri fino a chi è sceso in campo solo per qualche manciata di minuti. Tutti meritevoli di un grande abbraccio per questa straordinaria stagione. Per una rincorsa entusiasmante. Ma, forse, i segreti della rimonta vanno ricercati nella difesa. E’ lì che Ranieri ha posto le basi per tornare in alto. E il sor Claudio non lo ha mai nascosto. Era il 30 settembre quando il tecnico, arrivato sulla panchina della Roma da poche settimane, rispose a Zeman, che lo aveva punzecchiato, dicendo: «Il calcio champagne lo lascio a lui. Io credo che con questi ragazzi abbiamo lavorato sulla difesa quanto lui non ha mai lavorato in carriera». I meccanismi difensivi hanno cominciato a funzionare: Riise è tornato quello di Liverpool, Burdisso si è dimostrato leader, Juan ha trovato continuità, Mexes ha accettato di non essere più titolare fisso e ha dato il suo contributo quando è stato chiamato in causa.

Chievo-Roma: Ranieri non vuole distrazioni

 Dal Messaggero

«Noi giochiamo a Verona». E’ il pensiero, più che condivisibile, di Claudio Ranieri in questi giorni di avvicinamento alla tappa conclusiva del campionato e in assoluto della stagione. Come in passato e ora di più, l’allenatore giallorosso chiede la massima concentrazione al gruppo durante l’allenamento quotidiano, tra l’altro durissimo. Niente distrazioni su quanto avviene ad Appiano Gentile, nè alle parole che rotolano da Siena nella capitale, nè alla partecipazione della tifoseria giallorossa all’Evento.

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