Serve la Roma, serve il coraggio, serve l’amore

 Da Il Romanista:

“Il calcio sono io”, proclama dalla copertina del primo newsmagazine italiano l’allenatore più arrogante del mondo. “Il calcio siamo noi”, gridano invece ventimila cuori giallorossi in marcia per Verona per l’ultima pagina di un campionato bellissimo e esaltante. Per vivere fino all’ultimo l’emozione di una stagione indimenticabile. In quell’”io” di Mourinho c’è l’apoteosi di un guappo di cartone (come lo scudetto del 2006), capace di fare lo spavaldo solo dall’alto delle risorse illimitate che gli vengono messe a disposizione. Quelle economiche, ma anche quelle di potere, dal momento che dal processo di Napoli emergono comportamenti dei dirigenti nerazzurri non poi così diversi da quelli di Moggi e dei suoi complici. Il Guerin Sportivo ieri in edicola ha fatto due conti in tasca ai nerazzurri: in 14 anni hanno accumulato perdite per un miliardo centocinquantamilioni di euro. Moratti ha messo in questo buco nero settecentoquaranta milioni di euro. Sono le cifre di una gestione economica insensata, fatta di campagne acquisti faraoniche (qualcuno sa dirmi che fine ha fatto Quaresma, acquistato la scorsa estate per trenta milioni di euro?). Mi sapete dire che razza di grande impresa sarebbe quella di Mou, se anche gli riuscisse – e non è affatto detto che gli riesca?

Totti, De Rossi: vicini, uniti, unici

 Chievo-Roma: un viaggio in aereo per arrivare a Verona nel corso del quale Francesco Totti e Daniele De Rossi si sono seduti vicini per caricarsi reciprocamente e aiutare l’un l’altro a stemperare la tensione. Romani, romanisti: unici e indissolubili. Chissà cosa si sono detti. Da Il Corriere della Sera:

Vicini in aereo, con Claudio Ranieri qualche fila più avanti. Francesco Totti e Daniele De Rossi, ieri, sembravano l’avanguardia dei 20mila romanisti— ma c’è chi dice saranno anche di più— che invaderanno Verona alla caccia di un sogno. Difficile, quasi impossibile strappare lo scudetto all’Inter. Ci vorrebbe l’aiuto di altri romanisti in esilio a Siena (Curci, Rosi e il presidente Mezzaroma) e bisognerà comunque battere il Chievo che, come è giusto che sia, non promette sconti.
A Francesco Totti hanno dato del «finito» e del «nonnetto»: un gol segnato ogni 120’ di campionato inviterebbe a un maggiore rispetto, ma così va il mondo: «Io sto bene— dice il capitano giallorosso, 4 gol nelle ultime 3 giornate— spero soltanto che il campo non sia troppo pesante. Siamo una squadra tecnica, giochiamo a pallone. Il miracolo? Io ci credo ancora. Ci mancherebbe».

Burdisso, Riise: per la Roma, solo per la Roma

 Nicolas Burdisso e John Arne Riise hanno fatto il massimo. Nel corso dell’intero campionato si sono prodigati al meglio per una causa – quella giallorossa – che hanno portato nel petto in ogni secondo del proprio tempo. Vorrebbero dire “Grazie Roma” già adesso, ma sanno che va giocata la sfida contro il Chievo prima di tirare qualunque somma. Da La Gazzetta dello Sport:

Sarà per l’in bocca al lupo di Russel Crowe, ma ci sentiamo tutti Robin Hood. La simpatica canaglia della versione Disney. Indovinate chi sono i ricchi da derubare? Verona sarà la nostra Nottingham, gridano i romanisti. Diciottomila volpi oggi attraverseranno la foresta di Sherwood e giungeranno al Bentegodi. Senza arco e frecce ma felici delle loro gesta. Buoni contro cattivi, che non sono quelli del Chievo ovviamente. Robin Hood, Little John, Lady Cocca, Fra Tuck, conigli, tartarughe, procioni, parecchi gufi (qualcuno pare anche a Siena), un paio di scoiattolo. Contro il Principe Giovanni (Moratti), lo Sheriffo di Notthingam (Mourinho), il perfido e strisciante Sir Biss (Oriali), e un esercito di lupi, rinoceronti, coccodrilli, avvoltoi.
Affetto. Riusciranno i nostri eroi a vincere il torneo, liberarsi della prigionia del sogno, rubare tutto il tesoro nascosto nella stanza del principe, sposare le tante Lady Marion romaniste e mandare Giovanni, lo Sheriffo e Sir Biss a spaccare pietre, o in alternativa — come si dice Roma — a fare le grattachecche in Siberia? Impresa impari, almeno nel copione.

Siena-Inter: Mezzaroma, Curci, Rosi. Uno sguardo al Franchi

 Da Il Romanista:

Roma chiama, Siena risponde. C’è un sottilissimo filo che unisce, dopo molti secoli, la Capitale e l’ex colonia fondata dall’imperatore Augusto. Una simbiosi che si specchia nella storia millenaria di entrambe le città e dove il passato si ripete per l’ennesima volta. Oggi, tutti i tifosi giallorossi saranno un po’ senesi. Ognuno coltiverà nel proprio animo la speranza che si possa realizzare il sogno più bello e voluto da tre mesi a questa parte: lo scudetto. La città del palio è pronta per rendere difficile la vita all’Inter. O, almeno, provarci. La romanità del nuovo corso societario contro lapresunzione di chi si sente invincibile e intoccabile. Davide contro Golia. Buoni contro “cattivi”. L’aria che si respira nel ritiro bianconero è fresca: rispetto tanto, paura nemmeno un briciolo. Così è. Così deve essere. Così dovrebbe essere in ogni caso. Per tutta la settimana, Malesani ha tenuto alta la concentrazione dell’intero gruppo. Mezzaroma, non è stato da meno. Il mondo li guarderà e dopo, a spettacolo fin to, li giudicherà pure. Non sono ammesse figuracce o cali di concentrazione. Ognuno si gioca qualcosa: la riconferma, un contratto più ricco, la coscienza, il rispetto e un posticino nelle preghiere dei tifosi romanisti.

Chievo-Roma: ventimila cuori stretti in un abbraccio giallorosso

 Da Il Corriere della Sera:

Quasi ventimila biglietti venduti, più di due terzi ad appannaggio dei tifosi della Roma. È cominciato già nella serata di ieri il maxi esodo del pubblico giallorosso, presente in massa al «Bentegodi» per assistere all’ultima giornata di campionato. C’è grande fermento per un’attesa da vivere tra Verona e la capitale con un orecchio rivolto a Siena, sperando di coronare l’ultimo assalto al sogno chiamato scudetto.
Migliaia di automobili e diversi pullman percorreranno l’autostrada A1 fin dalle prime luci dell’alba: l’autostrada presidiata da un congruo numero di pattuglie della polizia stradale per scongiurare pericolosi incroci con gli interisti nelle aree di servizio in prossimità degli autogrill. Una carovana lunga 600 chilometri, insomma, che andrà a occupare il settore ospiti (esaurito da giorni) e buona parte delle due tribune dello stadio. Oltre alle vetture e un paio di voli, molti altri sostenitori romanisti partiranno a bordo di quattro treni, quelli previsti in partenza da Termini tra le ore 8.05 e le 9.45. Come i caselli, la stazione ferroviaria sarà sorvegliata dalle forze dell’ordine.

Pellissier: “Dico Inter, ma con Ranieri dalla prima giornata…”

 Sergio Pellissier dà per spacciata la Roma: lo scudetto all’Inter, semplicemente perchè è più forte. I giallorossi, semmai, hanno fatto un campionato sorprendente e pagano – oltre alla sconfitta contro la Sampdoria – anche il fatto che, nel corso delle prime due giornate, Claudio Ranieri era da tutt’altra parte. Ecco l’intervista integrale al centravanti valdostano apparsa sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:

Il manifesto di Sergio Pellissier è sintetizzato nella home page del suo sito Internet: «Correre, sudare, lottare, giocare. Verbi all’infinito che mi hanno accompagnato da quando tiro calci ad un pallone. Infinito come il mio amore per il calcio». Chi conosce il ragazzo valdostano sa che non vuole perdere mai. Figuriamoci se contro la Roma «s’accontenterà» di scendere in campo.
Oggi molti occhi sarannopuntati su di voi. Vi dà fastidio? «Ci siamo abituati. Ci davano per vittime sacrificali già contro Napoli e Inter, invece abbiamo lottato. Con la Roma faremolo stesso: ci teniamo a chiudere con una vittoria».
Chi vincerà lo scudetto? «L’Inter. I nerazzurri sono più forti, la Roma è stata sorprendente, ha fatto una rimonta incredibile ma paga la sconfitta con la Samp. Se Ranieri avesse iniziato la stagione, forse avrebbero vinto i giallorossi».

Claudio Ranieri, il Martello che non si arrende mai

 Da Il Tempo:

Non ha mai vinto uno scudetto, la logica dice che non ce la farà neanche stavolta, ma Claudio «Martello» Ranieri è l’ultimo ad arrendersi. Ha sempre preferito le cose difficili alla «pappa pronta» e stavolta, sulla panchina di casa sua, vorrebbe portare a termine un’impresa senza precedenti. La matematica gli suggerisce che tutto è ancora possibile. Il bello della sua conferenza alla vigilia arriva in coda. «Sarebbe uno scudetto meritato per l’Inter?», gli chiedono e lui risponde stizzito. «Perché devo tirarle la volata? Lo diremo dopo le partite». Giusto. «Che sarà sarà» è il motto di Ranieri, come quello adottato negli anni Ottanta dalla curva Sud, che oggi traslocherà in blocco al Bentegodi. Vincere per non aver rimpianti. E poi «che sarà sarà. Stiamo mantenendo la promessa fatta ai tifosi, ce la stiamo giocando fino alla fine – prosegue il tecnico giallorosso – io sono contento perché stiamo regalando un sogno, quello di esserci fino all’ultimo. È vero, siamo un po’ stanchi, spero che a Verona non faccia caldo. Questa è una squadra che ha cominciato a lavorare quando tutte erano ancora al mare e se a settembre mi avessero detto che oggi saremmo stati a questo punto nessuno ci avrebbe creduto. Sono già soddisfatto, ma lo sarei di più se arrivassimo a ottanta punti. Facciamo l’ultimo sforzo, poi staremo a vedere».

Destino giallorosso, destino nerazzurro

 Siena e Verona, per un giorno, saranno l’attrattiva esclusiva: i toscani contro l’Inter, il Chievo di fronte alla Roma. In un contesto simile, il tricolore diventa questione di nervi e lucidità. Da La Gazzetta dello Sport:

E’ il giorno. Ed è un bellissimo giorno per chi salterà con lo scudetto, ma anche per chi ama questo sport, capace di regalarci emozioni fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Ancora poche ore e poi sapremo se farà festa ancora l’Inter, o la Roma. Qualcosa, però, la sappiamo già ed è giusto dirla col senno di prima: Inter e Roma devono essere ringraziate allo stesso modo, perché i meriti degli sconfitti renderanno più grandi i vincitori. Favorita prima di incominciare questo campionato, l’Inter continua a esserlo a 90’ dalla fine. Non soltanto perché la sua forza normale rimane superiore a quella eccezionale della Roma, ma soprattutto perché oggi riparte con 2 punti di vantaggio ed è padrona del suo destino. Senza pensare a un pareggio o a un successo del Chievo, basta un gol, o meglio ancora due come due anni fa a Parma, per avviare la festa dei nerazzurri a Siena.