Da La Gazzetta dello Sport:
C’era una volta in Norvegia. Un giorno, forse, quando si parlerà dei grandi difensori della Roma si guarderà lassù, il paese dei fiordi, dove il 24 settembre 1980— anche lo scrittore Antonio Tabucchi, il politico Claudio Martelli, l’ex calciatore Marco Tardelli e il laziale Cristian Ledesma sono venuti al mondo il 24 settembre — è nato e cresciuto John Arne Riise. Una stagione e mezza con la maglia giallorossa e già mezzo piede nella storia del club. Ha segnato 9 gol, finora, entrando nella top four dei difensori bomber. Nela, a quota 19, comanda la classifica. Poi Candela con 15 e Aldair con 14. Poi, lui. Riise. «Non mollo mai» Thunderbolt, «folgore», come è soprannominato, si presentò così il giorno dello sbarco a Roma, il 19 giugno 2008: «Sono uno che non molla mai. Mi piace il gioco maschio, corro molto e faccio tutto per la squadra». Quattro frasi per farsi volere subito bene ed entrare nel solco tracciato dal terzino sinistro— allora si diceva così — forse più amato della storia romanista: Sebino Nela. Un altro come lui, soprannominato « Hulk » , uno che non mollava mai e giocava bene spesso, costretto a fermarsi solo quando in un Roma-Sampdoria si ruppe un ginocchio. Quell’infortunio costrinse Nela a restare fuori un anno. Antonello Venditti gli dedicò la canzone Correndo correndo. Riise è su quella strada. È un combattente. È potente.
Non ha forse le stesse doti di Nela, ma vede di più la porta. Ha segnato 69 gol: 5 nell’Alesund (il club norvegese dove cominciò a giocare), 5 nel Monaco, 30 nel Liverpool, 9 nella Roma, 20 nelle nazionali, dall’Under 15 a quella maggiore. In Italia, solo Giacinto Facchetti fece meglio, 75 reti, chiudendo però la carriera a 36 anni. Nella caccia ai record di Riise, basta un gol per eguagliare quello delle reti segnate in una sola annata, 8, stabilito con il Liverpool, stagioni 2001-2002 e 2004-2005. John è a quota 7: 4 in campionato e 3 in Europa League. Mancano 13 gare e la semifinale di ritorno di Coppa Italia ad Udine per chiudere il 2009-2010: diciamo che ci sono buone possibilità che Riise possa farcela. Olè, olé, Riise Il «gialloroscio», soprannome dell’ultima ora di una tifoseria che stravede per questo ragazzo silenzioso, venerdì ha detto: «Non dobbiamoperdere fiducia. Siamo fuori dall’Europa e dispiace per come si siamo fatti eliminare, ma in campionato siamo ancora vicini all’Inter. Certo, lo scudetto dipende da loro, manoi dobbiamo pensare a fare più punti possibile». Riise gioca, segna e guadagna consensi. «Olè, olè, olè, Riise, Riise», urlava lo stadio l’altra sera. Quando ti dedicano un coro così, sei già dentro la storia della Roma.