L’articolo della Gazzetta dello Sport, relativo allo Stadio Franco Sensi:
Lo scontro tra Beni Culturali (ieri perfino il ministro Bondi è sceso in campo: «Non conosco il progetto, sono stupito ») e Comune e Regione (Alemanno ha detto tes tuale: «È inaccettabile che si alzi questo o quell’esponente politico per dire pregiudizialmente ‘no’») è nato da un equivoco: quando il sottosegretario Francesco Giro ha visto Alemanno e Marrazzo al fianco della Sensi, copresentatori dello stadio, molto più di semplici invitati, ha pensato che il progetto fosse in stato avanzato e fosse passato sopra la sua testa.
MA IL PROGETTO? L’equivoco è stato chiarito ieri sera, durante la riunione al Ministero con Comune e Regione. Giro si è reso conto che nessuno l’ha scavalcato, che in effetti questo stadio è ancora solo uno spot. «È stato un incontro costruttivo nel corso del quale ho ribadito la massima disponibilità a valutare i progetti che saranno presentati in merito alla costruzione di nuovi stadi — ha detto Giro alla fine —. Ho dovuto tuttavia constatare con una certa sorpresa che questi progetti non sono noti neppure al Comune di Roma e alla Regione Lazio e ciò dimostra che l’iter amministrativo non può ancora partire. Attendiamo quindi di leggere le carte, non ancora disponibili, tenendo ben presente che l’area interessata è paesaggisticamente rilevante».
INTOPPI – E su questo punto rischia di nascere il primo vero intoppo. Perché Sergio Scarpellini, colui che gentilmente («Ho fatto quasi un regalo») ha concesso la sua collinetta alla Monachina firmando «un normale contratto di compravendita» con Italpetroli (la controllante della Roma indebitata per circa 400milioniconUniCredit), giura a Teleradiostereo che su «quel terreno non ci sono vincoli ». E, invece, il sottosegretario Giro racconta che proprio quella stessa area «nel Ptp (Piano territoriale paesaggistico, ndr) è classificata come tutela paesaggistica, quindi vincolata, mentre nel Ptpr (Piano paesaggistico regionale, ndr ) ancora da approvare è stata declassata ad area priva di valore, comunque agricola, quindi non edificabile. Nell’area c’è, poi, anche un vincolo archeologico».
SU YOUTUBE – Va aggiunto che il disegno di legge sugli stadi, che velocizzerebbe il tutto, è ancora distante dal diventare legge. Una settimana fa, la Commissione Cultura del Senato ha ricevuto dal comitato ristretto il testo unificato, che vorrebbe approvare in sede deliberante, senza passare in aula. Ma la materia- stadi non è stata ancora calendarizzata, dunque un po’ di tempo passerà. Ieri, il vice a.d. di UniCredit Fiorentino ha chiosato: «Noi non c’entriamo nulla con lo stadio della Roma, io l’ho scoperto su youtube…». Per dire: lo stadio verrà, ma i debiti Italpetroli restano. E vanno pagati.