Anche la fiducia e la pazienza hanno un limite. Limite che la Roma di Luis Enrique non dovrà varcare sabato sera sul sintetico di Novara.
Perché in questa stagione e soprattutto in questo ultime 4 partite se ne so viste troppe e ripetersi negativamente contro la squadra di Tesser significherebbe dare il colpo di grazia a un progetto già traballante.
Progetto, rivoluzione cambio di mentalità, usate il termine che volete, ma a Trigoria i conti cominciano a non tornare. Si sapeva che la strada sarebbe stata in salita, ma non così. Perché l’inclinazione di questa salita sta diventando talmente ripida che nessuno riesce a percorrerla.
Sembra che per imparare i nuovi dettami, i giocatori giallorossi abbiamo dimenticato quelli vecchi. Come si marca su un calcio d’angolo per esempio. Poi nuovi dettami di cosa? Pare che il calcio sia nato in Spagna e arrivato a Roma rimbalzando negli Usa.
Ma così non è, perché nella Capitale non si sarà vinto tanto, ma si è visto giocare al calcio nel vero senso della parola e si sono visti grandi calciatori. Liedholm, Eriksson, Zeman, Spalletti per citare qualche allenatore. Falcao, Conti, Cerezo, Di Bartolomei, Pruzzo, Voeller, Bastistuta, Totti per citare qualche campione che i tifosi della Roma hanno ammirato da vicino.
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