Da Il Messaggero:
Potremmo dimenticare Calciopoli, il Totonero, le tessere telefoniche, le designazioni concordate, le scelte di guardalinee ammiccanti. Abbiamo la grande, unica, splendida opportunità di riappropriarci del calcio, lo sport più bello del mondo, solo che lo si rispetti. Ce la siamo sin qui cavata, o quasi, grazie all’innesto di arbitri freschi e non usati. Poi Mourinho, e non un passante, ci ha messo sull’avviso: sentiva il rumore dei nemici. Sarà un caso, ma da quel momento il Milan è stato tenuto in piedi da arbitraggi favorevoli, toccanti per umanità, portatori di un amore vero nei confronti del club di Berlusconi, fortissimo da quando il padrone ne ha preso le redini, ma quest’anno preda di tutti i problemi legati alla terza età e all’inesperienza di Leonardo. Le urla di Mourinho hanno messo sul chi va là l’opinione pubblica e snervato l’Inter, in preda a una vera e propria crisi di nervi. Pensate: i nerazzurri sono arrivati a considerare negativo l’arbitraggio di Mimì Morganti, che ha concesso all’Inter un gol irregolare, ha tolto alla Roma un rigore su Brighi (e conseguente espulsione di Julio Cesar), chiuso gli occhi su fallacci pericolosi di Maicon, Lucio e Chivu. Gli interisti non sono stupidi o alle prime armi: se ragionano così, se tengono atteggiamenti da camicia di forza, vuol dire che su questa strada della follia sono stati condotti.