Naguib Sawiris, l’egiziano che vuole la Roma

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 Naguib Sawiris, il Sole 24 Ore ci svela chi è l’imprenditore egiziano che vorrebbe la Roma:

Con una mano compra, con l’altra vende. Mentre intavolava trattative per cedere il suo impero, Naguib Sawiris ha provato a diventare il proprietario della As Roma. Nel giro di una settimana, unribaltamento completo di prospettiva: il miliardario egiziano da potenziale compratore e primo presidente straniero di una squadra di Serie A, si è trasformato in venditore del suo gruppo, pronto a fare le valige dall’Italia.
Da tempo Sawiris è di fronte a un bivio sul destino del suo gruppo, cresciuto a forza di acquisizioni (e debiti). E proprio i debiti sono da sempre il fardello dell’imprenditore che si è lanciato anni fa aÌla conquista di compagine telefoniche in giro per il Mediterraneo, ma la sua avventura imprenditoriale è stata finora scandita da continue rincorse per rimborsare bond in scadenza, fmanziamenti alle banche e pagamenti a creditori. Tutto sempre sul filo del rasoio. A debito Sawiris ha compiuto la sua prima grande operazione, quella di Wind:  i 12 miliardi spesi, a cinque anni di distanza, sono ancora il «peccato originale» da scontare. La catena di successive acquisizioni, a partire dalla Grecia, con Wind ellas, hanno alimentato ancor di più la spirale del debito.
Eppure ancora pochi giorni fa, Sawiris si presentava al mercato come un compratore. Il miliardario egiziano ha accarezzato per davvero il sogno di indossare una sciarpa giallorossa e diventare, caso unico nella storia del calcio italiano, il primo presidente straniero di una squadra di calcio. Del sogno di Sawiris non se n’è fatto nulla: iltycoon del Cairo e UniCredit si sono arenati sul prezzo. Ora, invece, Sawiris sembra muoversi in direzione opposta: disimpegnarsi dal Paese, vendendo tutto o parte del suo impero ai russi.
Con un gruppo schiacciato da un debito monstre di 15 miliardi e da perdite per 745 milioni (bilancio Weather chiuso al 31 dicembre 2009), l’affondo sulla Roma sembrava in effetti un lusso difficile da potersi concedere. Per la «Magica», l’imprenditore avrebbe avuto l’aiuto della famiglia, pronta a finanziarlo con un assegno da 100 milioni per portarsi a casa la squadra. Dall’operazione Lafarge, infatti, la famiglia, oggi la pi ricca d’Egitto, ha incassato 8,8 miliardi di euro. Le aziende di Sawiris sono indebitate, ma il patrimonio personale è quasi sterminato.
Tuttavia sono ben altre le priorità di Sawinis: puntellare l’impero che dà segni di cedimento. Numerosi fronti si sono aperti nell’ultimo anno, dall’Algeria alla Grecia. L’Italia è il Paese dove le cose vanno meglio: anzi Wind è il vero «polmone fmanziario» i cui flussi di cassa sorreggono tutta la galassia. Ma anche una cash cow come Wind ha i suoi nodi: nei primi sei l’utile si è crollato del 90% (da 170 ad appena 16 milioni) e non perché Luigi Gubitosi, il manager italiano scelto da Sawiris, non abbia dimostrato capacità, ma perché l’ingente debito (8,2 miliardi a fme giugno) di cui è stata caricata la società dallaholdmg di controllo hafatto salire gli oneri fmanziani.
La questione pi urgente e spinosa, tuttavia, è evitare il crack per Wind Hellas, che ha già costretto a una maxi-svalutazione di quasi oo milioni l’anno scorso e che agita lo spettro, ben più temibile, del cross-default. Così come trovare un’uscita dalla palude dell’Algeria dove una mega-multa da circa 6oo milioni di dollari sulla controllata Djezzy e in pi il divieto di distribuire dividendi fuori dal Paese (liquidità invece indispensabile per pagare gli oneri fmanziari) rischian dicompromettere la tenuta di tutto il gruppo. I russi potrebbero essere la soluzione di tanti problemi.
Le tappe
E Naguib Sawiris, figlio della pi ricca famiglia d’Egitto, dopo aver fondato Orascom Telecom al Cairo (suo fratello Nassef si lancia invece nelle costruzioni con Orascom Cements) parte al[a conquista delle tlc nel Mediterraneo: ne 12005 acquisisce l’italiana Wind, messa in vendita dall’Enel, con un esborso di 12 miliardi, la pi grande scalata a debito nel settore in Europa. Poi è [a volta della exTim ellas (oggi Wind Ke[las) costata altri 3,4 miliardi. Oggi l’impero spazia dall’Algeria fino al Pakistan, ma il polmone finanziario è Wind.


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