Josè Mourinho nella conferenza stampa della vigilia di Roma-Inter. Tra una battuta e un’insinuazione, le parole del portoghese che precedono la finale di Coppa italia sono una sottile polemica. Su accusa. Su polemica.
STRISCIONE LAZIO-INTER. “I tifosi della Lazio mi hanno dedicato uno striscione? Non parlo del campionato, sono qui per parlare di coppa Italia“.
VIRTU’ ROMA. “La qualità dei giocatori. Due anni fa hanno giocato contro l’Inter fino alla fine. L’anno scorso non tanto, ma ogni volta che giocavamo contro, anche con risultati positivi, ho sentito il potenziale della squadra, giocavano un calcio di qualità. Non pensavamo potessero essere in lotta per lo scudetto, erano dietro. Ma era logico lottassero tra le prime tre. Vittoria dopo vittoria hanno approfittato di un periodo che mi ha fatto smettere di andare in conferenza stampa e si sono avvicinati. Quando abbiamo pareggiato con la Fiorentina sono andati in testa. Stagione bella per loro. In finale di Coppa Italia, in casa, cosa unica nel mondo. Nessuno gioca la finale di Coppa nel proprio stadio. In Uefa peccato, potevano arrivare in fondo, non era difficile come competizione. La Roma ha avuto una partita negativa col Panathinaikos, ma hanno fatto una stagione fantastica e i tifosono sempre vicini alla squadra. La società sa lavorare bene“.
ROSELLA SENSI. “Non è un dramma. Se si lavora bene e si dà il massimo non è una vergogna. La differenza tra vincere e non vincere è piccola. Se arrivi a trenta punti dal titolo è una cosa. Se lotti no. Vergogna è rubare. Chi ha la fortuna di nascere in una culla d’oro non deve mancare di rispetto. Noi abbiamo lavorato tutta la vita per essere in una culla d’oro. Non dico che meritiamo rispetto. Io esigo rispetto. Può essere presidentessa, dottoressa, nata in una culla d’oro ma deve avere rispetto dei ragazzi e della squadra. Non merito rispetto. Esigo rispetto“.
TURN OVER. “Non possiamo fare scelte. Domenica abbiamo giocato con la stessa squadra che ha giocato col Barcellona. Sneijder lo abbiamo rischiato e non giocherà domani. Abbiamo perso Lucio che non ci sarà. Domani non facciamo scelte. Non risparmiamo giocatori per Madrid. Sono quattro partite importanti, tutte. Se vinciamo tre titoli è storico. Se vinciamo uno o due è bello. Se non ne vinciamo nessuno va bene lo stesso. Noi giochiamo tre volte la settimana mentre altri si preparano per una partita a settimana”.
5 MAGGIO. “Veniamo qui solo con un obiettivo, vincere la partita. Se perdiamo andiamo fuori senza problemi, come in campionato, dove abbiamo assistito alla gioia dei romanisti e siamo tornati a casa. Non è finito il mondo con questa sconfitta. Il 5 maggio? Lo ricordo solo per la morte di Napoleone Bonaparte. Non sono nato interista, non so la storia del 5 maggio. Il 5 maggio è la festa della santa di Lecce. Sarà la partita tra le squadre più forti d’Italia. Se i tifosi della Roma non vogliono pace, non vogliono festa problemi loro. Se i giocatori della Roma non la vogliono, problemi loro. Noi vogliamo vincere. Sarà una finale di coppa“.
RANIERI. “La mia opinione su di lui, se ho cambiato idea? Non ricordo cosa ho detto. Mi sono dimenticato, è successo tanto tempo fa“.
FUTURO. “Posso dire che resterò al cento per cento? No, nel calcio non si può dire niente”.
PROBLEMI DEL CALCIO. “Ho vinto cinque campionati. E non ho mai vinto con difficoltà. Dicevo: voglio vivere la difficoltà di giocare fino all’ultima. Sbagliavo. Meglio vincere con venti punti di vantaggio. Con cinque sei partite prima della fine. Domenica ho vissuto un giorno difficile. Sapevo per la prima volta che se non vincevo perdevo il campionato. Dopo Barcellona, eravamo morti io e i giocatori. Mentre gli altri prendevano il sole a Roma noi giocavamo la partita della vita. A Roma non sapevo chi avevo a disposizione. Ho faticato per vincere e sull’uno a zero non fatto cambi“.
TIFOSI. “Se c’è una rivalità con le tifoserie, è roba che esiste in tutto il mondo. Se c’è un problema con le tifoserie non è un problema mio“.
CONTRO DI NOI. “Io parlo con i miei. Giochiamo ogni tre giorni senza fermarci. Giochiamo dieci partite più degli altri, partite di Champions, difficilissime. Se sento parlare di altro mi viene da ridere. I nostri giocatori che giocano contro di noi sono sempre i migliori in campo: Burdisso, Jimenez, Rivas, Bonucci, Meggiorini. I giocatori della Roma che giocano contro la Roma fanno mezzo tempo ed escono. I portieri contro di noi sono fenomeni. Muslera ha fatto tre partite contro di noi, portiere incredibile. I portieri contro la Roma hanno strane sindromi, coreiche: ogni tiro che prendono è gol. Sono fortunatissimi. Ma non voglio parlare di questo, parlo di coppa Italia e voglio rispetto per la mia squadra“.
COPPA ITALIA. “Quando sono arrivato in Italia mi hanno detto che la coppa Italia non è importante, che giocano le alternative. Io, invece, fin dalla prima ho giocato con la squadra migliore. I giocatori mi dicevano: ma io gioco mister? Noi abiamo rispettato sempre la coppa Italia. Giocare una finale nel campo dell’avversario è sempre una finale ma in casa dell’avversario. Giocando a Napoli o Firenze non è la stessa partita. Loro cambiano solo la panchina, perché vanno nella panchina della squadra ospite. E basta. A me non sembra corretto. In Spagna la decisione si prende dopo aver saputo chi c’è in finale. In Francia, Portogallo e Germania si gioca in stadi neutrali. Ma non è un problema, facciamo una festa, è una finale di coppa“.
MODULO. “Il modulo cambia spesso. Possiamo cambiare o giocare con Stankovic trequartista. Non è un dramma“.
ZANETTI E CAMBIASSO. “Non so se è la migliore stagione per loro, ma giocano sempre con regolarità, dalla prima all’ultima con la stessa qualità. Stagione fantastica per tutti e due sicuramente sì“.
ROMA-INTER. “Non è un caso che Inter e Roma giocano la finale e lo scudetto. Siamo stati sempre davanti, tranne due settimane. La Roma ha vinto tante partite di fila, anche grazie ai portieri avversari che avevano una strana sindrome. Però ho rispetto“.
IL SONNO. “I tifosi della Romapensano di non farci dormire? Siamo abituati, abbiamo fatto esperienza a Barcellona. Così come se qualcuno si butta a terra con le mani in faccia. Siamo abituati“.
SAPER PERDERE. “Cruyff ha detto che non so perdere e non sono un esempio? Non mi ricordo una mia squadra sconfitta, con gli avversari che non hanno potuto festeggiare in mezzo al campo“.