C’è chi – di fare festa nei limiti di una decenza ammissibile – non è proprio capace. Vedi questa Inter, fresca di Scudetto. Festeggiare il 18esimo tricolore sarebbe dovuto essere gioia totalizzante: la stessa per la quale, in un attimo così, degli altri – di tutti gli altri – chissenefrega. Invece no. Tra gli incubi nerazzurri, la Roma e Roma continuano ad avere uno spazio speciale. Che non viene riempito altrimenti neppure a suon di vittorie. Certo, ci sono campioni di classe sopraffina – uomini e calciatori – del calibro di Javier Zanetti (“Complimenti vivissimi alla Roma per l’ottima stagione, hanno fatto un campionato stupendo”) ma pure uno come Marco Materazzi (sua la t-shirt alla fine di Siena-Inter con la scritta “Nun è successo”) e la mina vagante di Josè Mourinho (che quando non istiga è solo perchè, in quel momento preciso, è asssente). Il senso dello striscione legato sulla fiancata del pullman nerazzurro in piazza Duomo nella sera di domenica 16 maggio, con tutta onestà, si fa fatica a comprenderlo. Testuale: “Totti, anziché metterti il pollice in bocca, mettiti il medio in c…“. In un contesto nel quale la nuova rivalità tra Inter e Roma ha soppiantato quella storica contro i cugini rossoneri, il popolo interista si è sbizzarrito a trovare le parole giuste per sbeffeggiare la Capitale giallorossa. Dal classico “INTERnet per Totti, Ilary per tutti” al “Milan-Juve, Roma zero titulì”, passando attraverso “Spqr – Sono perdenti questi romani”. Poi, Mourinho che impersonifica Nerone: “Mourinho come Nerone, a Roma ‘je brucia”. E’ di un tifoso? Macchè, è stato esibito da alcuni componenti dello staff nerazzurro a bordo del pullman che ha portato l’Inter in piazza Duomo. Perplessità.
“Mourinho come Nerone, a Roma je brucia”. “Totti, anzichè il pollice in bocca…”
di 17 Maggio 2010Commenta