Montali: “Ora la Roma, ma domani? Il calcio deve cambiare”

di Redazione Commenta


 Gian Paolo Montali, coordinatore delle risorse umane della Roma, a Radio Anch’io lo Sport. Lazio-Inter, certo, ma non solo. Il dirigente giallorosso ha preso parola per affrontare in senso lato gli episodi circoscritti alla gara dell’Olimpico tra i biancocelesti e i nerazzurri.
INDIGNAZIONE.Penso che la cosa che dovrebbe indignare chi si occupa di sport in questo Paese è quello che è successo ieri sera all’Olimpico. Chi era più in imbarazzo sul campo erano i giocatori dell’Inter, la società e il presidente. Si è scritta una delle più brutte pagine dello sport italiano. Io ho tastato il calcio in prima persona, ed è uno sport. Vedere l’Inter ieri, una squadra così forte, così nobile, dover giocare in quelle condizioni è stato imbarazzante. Magari l’Inter ieri se avesse giocato come sa avrebbe vinto comunque, ma quella scritta ieri è veramente una brutta pagina di questo sport“.
STESSO ORARIO.Si era detto che fosse necessario. Ormai era stato deciso così, ma se le gare di ieri fossero state giocate tutte allo stesso orario sicuramente qualcosa sarebbe andato diversamente. C’è la paura che il calcio sia condizionato da cose esterne che non abbiano niente a che fare con l’etica sportiva. Noi mercoledì sera giocheremo contro l’Inter, una grande squadra, e se giocherà l’Inter una partita straordinaria, saremo i primi a riconoscerlo e questo credo sia la vera realtà dello sport in Italia“.


LEALTA’ SPORTIVA.Noi a Parma abbiamo giocato contro una squadra che dal punto di vista delle motivazioni non aveva tanto da chiedere alla classifica, ma ha giocato con una determinazione ed un furore incredibile e si è comportato da squadra con cultura ed etica sportiva. Se iniziamo a mettere in dubbio queste cose, sarà molto difficile per questo Paese cambiare“.
OGGI A ME, DOMANI A TE.Il mondo del calcio deve invece avere la paura di rimanere uguale, non di avere le motivazioni per fare qualcosa di forte e di voler cambiare. Oggi è toccato alla Roma, domani toccherà al Milan, poi alla Juventus e così via…a livello istituzionale, con una cultura diversa, bisogna avere il coraggio di non rimanere uguali. E’ chiaro che l’interesse dello sport va tutelato prima di ogni altro interesse“.


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