Montali: “Roma fortunata? Come a Lazio – Inter dell’anno scorso”

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 Dal Corriere dello Sport:

Stupita e indifferente. Almeno questo è l’atteg­giamento ufficiale della Roma di fronte alla polemica innescata domenica scorsa da Lotito e discepoli. Pre­vale probabilmente lo stupore che magari in questo ca­so può fare rima anche con indignazione. Perché, co­me qualcuno ha ufficiosamente fatto notare a Trigoria, non può non sorprendere come il proclama lotitiano di creare una task force per vigilare su questa parte fina­le del campionato (perché prima no?), arrivato, appun­to, da un presidente che lo « scorso anno non ha detto nulla dopo la partita Lazio-Inter, e lui, adesso, vuole ve­nire a parlare di regole e correttezza?» . Insomma una task force a targhe alterne o a orologeria, fate un po’ voi.

BASSO PROFILO – Anche ieri, durante la serata del Pre­mio gentleman, organizzata in pompa magna nella splendida cornice di Spazio Novecento, la Roma, rap­presentata dalla signora Maria Sensi (totalmente in si­lenzio sull’argomento) che ha ritirato il premio per la figlia, dottoressa Rosella Sensi impossibilitata a parte­cipare, e dal direttore operativo Gian Paolo Montali (zoppicante per un infortunio riportato giocando a ten­nis con il figlio), ha preferito confermare il profilo bas­so già scelto, a caldo, subito dopo la conclusione della partita della Lazio contro il Parma. Cioè quando il pre­sidente Lotito, il tecnico Reja, il giocatore Brocchi, sep­pur con toni diversi, avevano fatto capire sin troppo bene come avessero gradito poco quello che era suc­cesso il sabato sera al Friuli di Udine, puntando il dito, più o meno velatamente, nei confronti della Roma. «La Roma ha un altro stile» aveva risposto, in sintesi, Mon­tali, con l’obiettivo di provare a ridimensionare sul na­scere una polemica in cui il club giallorosso si è visto tirare dentro. Ieri sera, sempre Montali, ha aggiunto qualche cosa d’altro, comunque con toni soft ma nean­che troppo: «Mi ha fatto piacere, oggi, sentire l’allena­tore della Lazio Reja ridimensionare un po’ la questio­ne, sottolineando come lui avesse parlato soltanto di fortuna. E’ così, del resto, nel calcio, ma direi nella vi­ta in generale, il fattore fortuna ha il suo peso. Non si vince senza. Faccio un esempio: se lo scorso anno la Roma avesse avuto fortuna nelle partite con Samp, Li­vorno, Napoli e Cagliari, oppure se noi avessimo avu­to la fortuna di vedere un Lazio-Inter diverso, ora gio­cheremmo con lo scudetto cucito sulla maglia. E poi la fortuna è una qualità, io nel volley ho vinto tutto e mi chiamavano Gastone… Le persone (qui il riferimento è a presidente Lotito e al capo ufficio stampa De Mar­tino, ndr) sono ciò che dicono e ciò che fanno. certe co­se si commentano da sole. Ci vuole più coraggio a sta­re zitti che a parlare. Per me sarebbe facile con un pa­io di battute accattivarmi i tifosi della Roma ma in que­sta città bisogna cambiare mentalità. Non si può get­tare il sasso e poi nascondere la mano» . L’unica nota polemica il direttore operativo della Roma, l’ha dedi­cata a Stefano De Martino, capo ufficio stampa della Lazio che, ieri, dai microfoni di una radio, aveva riba­dito le accuse della Lazio, facendo riferimento alle pa­role di Montali dopo il Brescia-Roma di questo campio­nato. «De Martino chi?» la sintetica risposta del diri­gente romansta.

JULIO SERGIO – Anche i due giocatori della Roma presen­ti alla serata, tutto hanno fatto meno che alimentare la polemica. Addirittura Julio Sergio ha chiesto all’ufficio stampa romanista, «ma devo fare polemica?» , di fron­te al no secco ricevuto, si è limitato a dire che «non penso che in questo campionato ci siano stati vantag­gi arbitrali a nostro favore, per il resto non è la prima volta che sento fare questi discorsi dalla Lazio. Per quanto mi riguarda chiedo solo rispetto» . A Nicolas Burdisso è stato chiesto se ci fosse la necessità di que­sta task force lotitiana, la risposta è stata secca: « A noi non deve interessarci. Noi pensiamo soltanto al cam­po. Non c’è una favorita per il quarto posto, noi ci pro­veremo con tutte le nostre foze sino all’ultimo secondo dell’ultima partita ». Amen.


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