Parola di Diego Armando Maradona che ha voluto commentare la fresca uscita dell’italia dal Mondiale 2010 con un paio di frasi che – da sole – bastano e avanzano: senza Francesco Totti gli Azzurri non potevano pensare di fare meglio. Nonostante la presenza di uno come Daniele De Rossi. Da Il Romanista:
Chissà se ieri, mentre l’aereo planava su Fiumicino, a Lippi saranno fischiate le orecchie. Chissà se mentre la spedizione azzurra faceva il suo ritorno più mesto tra l’indifferenza generale (salvo qualche sporadico «ci avete umiliato, vergognatevi!»), qualcuno della Federcalcio avrà avuto l’ardire di fargli leggere il flash dell’Ansa delle 12.49. “Mondiali: Maradona, a Italia mancati Totti e Del Piero“.
Chiudete gli occhi, immaginate la scena. Una platea di giornalisti argentini ai piedi del nuovo Messi(a). Il pide de oro dovrebbe parlare solo del derby – oggi – tra sogni americani, quello del Messico contro quello della sua Seleccion. Ci sono due paesi interi in ascolto del vate. Per assurdo, è come se Diego avesse letto “Il Romanista”. Il ct argentino riprende un tema che questo giornale ha affrontato appena ieri. «Mi dispiace tanto che l’Italia sia uscita – dice Maradona -, perché in un Mondiale una squadra come quella azzurra non può fermarsi nella prima fase. Ma si vedeva che all’Italia mancava qualcosa, in particolare non portava palla in avanti, e non giocava fluida. Ci sarebbe voluto un giocatore come Totti o Del Piero». E Cassano? Viene dopo. Probabilmente. «Sì, forse anche Cassano». Diego si accorge subito dell’inevitabile stilettata all’ex collega azzurro. E infatti si affretta a precisare: «Ma non voglio fare critiche a Lippi. L’Italia stava bene in difesa, anche se contro la Slovacchia pure questo reparto è andato male, nonostante i difensori italiani siano i migliori del mondo». Di sua sponte, cioè senza essere imbeccato sul tema dai giornalisti italiani, Maradona fa i complimenti al nostro Daniele De Rossi: «Andava bene anche il centrocampo con De Rossi. Il problema era là davanti». Il problema è stata l’assenza di un trequartista, di una mente pensante, dell’invenzione, del santo subito che ti inventa il cucchiaio o lo smarcante per i vari Gilardino, Iaquinta, Di Natale o Pepe. Il problema è che in Uganda – è ugandese il giornalista che dopo l’eliminazione chiede a Lippi di Totti – mica l’hanno capito perché non c’era il nostro capitano. A quanto pare, nemmeno in Argentina.