In attesa dei calciatori della Roma – Totti?, Toni?, De Rossi, Perrotta – la Nazionale italiana che si appresta ad affrontare i campionati del Mondo del 2010 è più o meno fatta. Tra convocazioni sconcertanti e defezioni eclatanti. Il passato, la Storia, dovrebbero essere considerati alla stregua di “maestri di vita”, come dicevano i nostri antenati latini. Benissimo. Viene da chiedersi allora cosa abbia imparato il Signor Marcello Lippi dalle cocenti delusioni patite da nazionali a fine corsa come è quella che il ct si appresta ad allestire in vista dell’avventura in Sud Africa, un’esperienza che si preannuncia “mordi e fuggi” come quei safari confezionati ad uso e consumo dei turisti tanto in voga laggiù. Anziani (almeno calcisticamente parlando) e appagati oppure giovani spremuti e ancora non molto affidabili sono il tratto saliente di un manipolo di pre-selezionati che più che farci ben sperare deve farci “sperare in bene”, ossia puntare almeno a salvarci la faccia.
Sui portieri c’è poco da eccepire: Buffon è un monumento e sembra già in buona forma, Marchetti è un secondo affidabile, De Sanctis e Sirigu si giocano la vacanza-premio da spettatori. Già la scelta dei difensori, invece, ci appare più problematica: passi per Cannavaro (Fabio), che – seppur bollito – resta sempre “il” capitano, cosa ci fanno Grosso e Zambrotta nell’elenco degli “eletti”? Uno riserva sia di Abate che di Antonini (avessimo detto…), l’altro fa staffetta con De Ceglie. Anche i giovani rincalzi non sembrano all’altezza: Bonucci è inesperto, specie in ambito internazionale, mentre Bocchetti ha delle responsabilità nel tracollo di un Genoa che continua a rimediare sconfitte in questo finale di stagione.
A centrocampo continuiamo a non spiegarci l’ostracismo verso Ambrosini, duttile e ordinato, e la fiducia incondizionata a un Gattuso che ormai è stato scaricato anche dalla propria squadra di club, così come resta un mistero Candreva, che nella Juve è passato dal ruolo di uomo della Provvidenza a 13esimo, anche 14esimo titolare, cioè riserva fissa. Anche l’attacco è un vero e proprio enigma: cosa ha dimostrato Fabio Quagliarella, bomber titolare del Napoli capace di sole 9 reti, piuttosto di un Antonio Cassano che, fnalmente concreto, sta trascinando a suon di gol (9 anche per lui, ma tutti decisivi) la Sampdoria verso uno storico approdo ai preliminari di Champions? Come dimenticare poi Miccoli, mattatore a Palermo, tra i pochi in grado di saltare l’uomo in un panorama italiano mai come in questi anni sottotono? In attesa di cortese smentita, che solo il campo ci auguriamo possa darci…
marco 3 Maggio 2010 il 16:37
speriamo di superare almeno il girone… con questi giocatori una squadra africana qualsiasi dove corrono tutti a 1000 all’ora ci fa il culo a strisce…