Mondiali 2010, Italia sulle spalle di De Rossi al ritmo dell’inno nazionale (chieder venia, sciur Zaia?)

di Redazione 1


Una notte e poi esordirà anche la Nazionale italiana. Lunedì 14 giugno alle 20.30 comincia il Mondiale in Sud Africa di Daniele De Rossi & company: rispetto alle scelte di Marcello Lippi si è polemizzato abbastanza. Non solo le esclusioni illustri del Ct – verso cui puntare il dito – non solo alcune convocazioni francamente poco spendibili. C’è pure la strana sensazione di un tecnico per una volta poco coerente rispetto al suo stesso credo. Chiamare Marchisio ci può stare, fargli fare il trequartista un po’ meno; optare per Chiellini è un dovere, farsi venire il dubbio di schierarlo sulla fascia sembra quantomeno fuori luogo. Però. Accade di vivere tempi nei quali analizzare, succede di imbattersi in istanti in cui ci si limita a tifare. A Coppa del Mondo in bacheca (Argentina? Brasile? Spagna?) torneremo tutti giudici, si apriranno i processi. Gli unici, quelli mediatici, ancora capaci di fornire certezze: dell’effettiva esecuzione, della pena consequenziale.
 Ora, sciarpa e voce. Cuore e trasporto. Ora, solo forza Azzurri.
C’è il dubbio della formazione: quella dell’Italia ma anche l’undici titolare del Paraguay. C’è stata la paura che – oltre ad Andrea Pirlo – anche Daniele De Rossi dovesse saltare l’esordio. In realtà, solo una miccetta in barattolo: botto fragoroso, nessun danno. Capitan Futuro ha saltato l’amichevole con i Gauteng All Stars: motivi precauzionali come confermato dal medico della Nazionale, Enrico Castellacci. “Il giocatore è stato tenuto a riposo precauzionale per un affaticamento muscolare al polpaccio destro. Dal punto di vista medico dovrebbe essere a disposizione“. Infatti, il biondo ostiense c’è: carico di suo, caricato da compagni d’avventura (Pazzini) e dai fedelissimi di sempre (Francesco Totti, Bruno Conti). Tutti a ripetere che sarà il mondiale di De Rossi: roba che ce ne sarebbe bisogno. Per cancellare definitivamente la macchia di quattro anni fa (gomitata a McBride nel corso di Italia-Usa, quattro le giornate di squalifica) in seguito alla quale il numero 6 della Nazionale ha apertamente dichiarato: “Quella è una Coppa che non sento mia fino in fondo, anche se ho tirato uno dei rigori della finale”. De Rossi tinto di Azzurro è un’immagine cui occorre ancora qualche impresa per immortalarla e farla diventare poster formato gigantografia: 8 reti di cui le ultime quattro di importanza capitale (gol contro la Francia agli ultimi Europei; doppietta contro la Georgia in un delicato match delle qualificazioni al Mondiale, sigillo sul 3-1 dell’Italia sugli Usa all’ultima Confederations’ Cup) in 75 presenze complessivi tra Nazionale A ed Under 21.
 Forza e coraggio, Daniè: la strada è la stessa di sempre. Quella che consente di dire già ora che il De Rossi tinto di giallorosso è uno stampo reso indelebile e diventato fermo immagine affisso con chiodo sulle pareti. Roba che a cuor leggero ci si può permettere di ignorare (non una società a caso, ma la Roma indebitata come pochi altri club di A) i richiami sonanti che provengono dalla Spagna (il Real Madrid arriverebbe a valutarne il cartellino oltre i 40 milioni di euro) e che – quasi fosse un inevitabile, necessario rilancio – si replica alle voci di cessione con tanto di prolungamento del contratto fino al 2017. Quando il mediano, di anni, ne avrà 34. Dal sogno – De Rossi per sempre alla Roma – alla realizzazione del sogno ci sono dettagli tutt’altro che insormontabili: incontri, smussature, inezie. Poi, come per Totti, occorrerà trovare il momento opportuno per ufficializzare il rinnovo: per la piazza sarebbe un giorno da incorniciare. Per la società, un salvagente con cui ammorbidire la protesta sempre viva – a volte accesa, altre volte meno evidente – di una piazza cui tocca per metà tifare e per l’altra metà apprendere elementi di economia gestionale. “Ovviamente non si sa mai cosa potrebbe succedere, ma al momento non riesco a vedermi in un altro club o a vivere da una parte che non sia Roma”: non è mai stato uno da frasi di circostanza, Capitan Futuro. Dice quello che pensa. Sa tacere quando non ci sono messaggi da comunicare: tutto grinta e carattere, emotività e schiettezza, faccia e orgoglio. “Sarà dura, ma l’Italia in queste situazioni tira fuori il meglio. Lo faremo ancora perché questo gruppo è unito”. Come la Roma di questa stagione, verrebbe da aggiungere estendendo il pensiero di De Rossi.  Unito negli intenti, negli obiettivi, in assonanza dal momento in cui occorrerà cantare l’inno al triplice fischio: provi a fare altrettanto, la parte sana di una Italia cui spetta un compito ulteriore. E’ un Mondiale ma pare un banco di prova. L’ennesimo. Di una Italietta in cui accade che per poter partecipare a un concorso al fine dell’assunzione quale vigile urbano, tra i virtuosismi da sfoggiare (previa esclusione) c’è quello di dover conoscere il dialetto veneto (accade a Padova);  nella quale succede che un Presidente di Regione (Luca Zaia, Veneto) decida che, nel corso di una cerimonia ufficiale (inaugurazione di una scuola nel trevigiano) l’inno di Mameli possa essere sostituito dalle note di Va pensiero.
Roba che verrebbe voglia di accettare la sfida. E dividere.
Salvo capire che – tra virtù e virtuosismi – si preferisce essere popolo di virtù.
Allora, immaginarsi con la mano sul cuore e fare il tifo per l’Italia – in maniera incondizionata – viene facile, spontaneo.
E lustrarsi gli occhi ammirando Daniele De Rossi che sviolina in mezzo al campo con la maglia Azzurra, riempie di orgoglio. Perché, fino a prova contraria, potrebbe pure servire una Tessera per essere tifosi; potrebbe anche essere necessaria una Tessera per essere poliziotti; potrebbe servire – in fin dei conti – anche una Tessera per essere politici. Ma dichiararsi al servizio di una collettività che si chiama Italia per rinnegarne con puntualità encomiabile usi e costumi, tradizioni e appartenenza, diritti e doveri, bhè. Nel fare ciò, non occorrono tessere. Solo, servono un coraggio e un fegato grossi così.
Noi, mano sul cuore e Forza Azzurri. Senza dubbio alcuno. Anzi, uno solo: che l’assordante fracasso delle vuvuzelas dovesse influire e mettere Marchisio nelle condizioni di perdere nuovamente il tempo tra le note di “Fratelli d’Italia”. Qualcuno avrà pensato a regalargli dei tappi? Chi li vende? Sai mai che, per una volta, Zaia potrebbe essere utile.


Commenti (1)

  1. Gentili Signori,

    Saremmo interessati a promuovere il nostro cliente NetBet http://www.netbet.it (sito di scommesse sportive con licenza AAMS e legale al 100% in Italia) sul portale http://www.asromalive.com. Offriamo commissioni esclusive CPC e CPM, ma rimaniamo aperti a trattare altre forme di remunerazione. Sul sito di Live Partners http://www.livepartners.com trova le Condizioni generali per l’iscrizione al programma di affiliazione; vi prego di contattarmi se interessati ad una collaborazione.

    Certo di un cortese riscontro porgo cordiali saluti,

    Massimo
    Account Manager Live Partners

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>