E’ giunto il suo momento. Alla vigilia del volo verso il Sudafrica l’impiego di Federico Marchetti tra i pali della nazionale non era per nulla scontato. La travagliata stagione di Buffon poteva essere un segnale e, suo malgrado, il primo tempo contro il Paraguay ne è stata l’amara appendice. L’estremo difensore del Cagliari era stato messo già in preallarme e allora la sua voglia si è trasformata in profonda convinzione, soprattutto sulle sue caratteristiche. Ma non azzardiamoci a chiamarlo vice-Buffon: ogni paragone sarebbe inappropriato e lui lo sa. “Sono diverso da Gigi, sono piu’ muscolare ed esplosivo, lui comunque migliore del mondo. Le mie doti sono coraggio e spensieratezza ed ho la consapevolezza dei miei mezzi, mi diverto a giocare”. D’altronde, per un ragazzo che quattro anni fa festeggiava la vittoria di Berlino a casa con la sua famiglia, arrivare a difendere la porta dei detentori del titolo potrebbe essere più un onere che un onore. Ma la sua carriera, per così dire, a due velocità, lo ha portato ad acquisire una sicurezza che ora va mostrata già dall’impegno di domenica contro gli All whites neozelandesi. Partito dalle giovanili del Torino, con una sola presenza in prima squadra, l’estremo difensore nativo di Bassano del Grappa ha trovato il suo ambiente ideale dapprima a Bergamo sponda AlbinoLeffe e poi in Sardegna a Cagliari dove, grazie specialmente al mister Allegri, riesce a salire alla ribalta nel panorama abbastanza asfittico dei numeri uno nostrani degli ultimi anni.
Il portiere ventisettenne mostra grande sicurezza per l’impegno che lo aspetta: “È cambiato tutto da un giorno all’altro, ma se sono qui vuol dire che ho delle qualità. Mi sto preparando come al solito e sento la fiducia dei compagni”. Per lui, adesso la prova del campo. Nelle ultime rassegne in cui l’Italia ha sostituito il suo numero uno, il cambio ha tutto sommato portato bene (Marchegiani per Pagliuca ad Usa ’94, Pagliuca per Peruzzi a Francia ’98, Toldo per Buffon ad Euro 2000) consentendo quantomeno di portare la squadra alle fasi decisive. Marchetti ostenta sicurezza, conscio del fatto che il momento peggiore per lui è già passato: “Ho avuto un brutto incidente nel marzo di 5 anni fa. Fortunamente io e due compagni di squadra siamo usciti illesi da uno scontro in auto. Quando vedi la morte in faccia succede qualcosa che è difficile da spiegare. È un’esperienza brutta ma che porto con me. Per questo mi sono tatuato una preghiera alla Madonna”. Fino a oggi il suo Mondiale era a prova di manifesti pubblicitari che sponsorizzano l’intimo di Dolce&Gabbana: da domenica gli toccherà ben altro compito.