mDal Messaggero:
Scaltro e abile, quasi si trovasse alle prese con un attaccante lento e appesantito. Alla vigilia della partita con lo Shakthar, Mexes fa melina sul mancato rinnovo contrattuale: «Ho tanti pensieri in questo momento, ora penso al calcio e ad allenarmi, poi vedremo quello che accadrà ma adesso è in secondo piano». In sala-stampa c’è chi torna alla carica ma il francese lo respinge ancora una volta: «Il rinnovo? L’ho già detto, ora ci sono altre cose a cui pensare, perché abbiamo la stagione da giocare. Con la dottoressa Sensi lunedì abbiamo parlato chiaramente e come sempre non ci sono stati problemi». E’ la legge di Truman: se non puoi convincerli, confondili. Al terzo tentativo, più diretto – «Stai aspettando l’insediamento del nuovo proprietario per decidere se restare?» – il francese, sicuro forse di averla fatta franca in precedenza, sbaglia proprio in una delle sue doti migliori, l’anticipo: «Sì», è la risposta di getto che gli sfugge. Poi, quando l’interlocutore è già lanciato a rete con la conferma che cercava, il tentativo di rimediare: «Sì, ma c’è ancora tempo, ci sono cose più rilevanti. E’ importante rinnovare, certo, ma rischio anche io: se mi rompo il crociato, sto fermo sei mesi e a fine contratto, chi mi prende? Devo pensare a tante cose, sono al settimo anno in giallorosso e sto bene qui, non sono bugiardo».