Allenatori Roma: Arsene Wenger potrebbe essere, in caso di cambio in panchina, l’allenatore per eccellenza che sta cercando la nuova Roma targata DiBenedetto. Con lui al timone, l’Arsenal ha guadagnato sotto diversi aspetti. Dal Corriere dello Sport:
LE MOSSE – Wenger ha la fama di scovatore di talenti ed è sicuramente meritata, ma è anche un’abile operatore di mercato con elementi già semi- affermati. Vedi Vermaelen, costato 9,5 milioni dall’Ajax, oggi ne vale il doppio. O Van Persie, una scommessa costata 4,5 milioni oggi sarebbe venduto per 25 se non 30. Per una società, Wenger à la gallina dalle uovo d’oro, sforna campioni – dal vivaio o dal mercato – senza spendere e vendendo sempre molto, molto bene.
I TALENTI – Il francese non ha mai esitazioni a puntare sui giovani. E se ha dimostrato di essere maestro nel prelevare i campioncini in erba dai vivai altrui (vedi i vari Fabregas, Clichy, Diaby, Bendtner, Song, Djorou, Senderos, Sczesny) i titolari è capace di crescerli anche in casa (è il caso di Ashley Cole, Kieran Gibbs e, per ultimo, Jack Wilshere). Wenger dà fiducia ai giovani, più di qualsiasi altro tecnico in Europa ed è anche per questo che è più facile per l’Arsenal convincerli a trasferirsi a Londra. E succede pure con quelli che si sono già messi in luce (oltre ai già citati Henry e Vieira). Basti pensare ad elementi come Ramsey (arrivato dal Cardiff), Nasri, Adebayor, Walcott, Flamini, Eboue, Kolo Toure, ecc. Arrivano e non vi sono troppi indugi. “If you’re good enough, you’re old enough” dicono da queste parti: “Se sei abbastanza bravo, sei abbastanza maturo“.
MATURITA’ – Ma se sono i giovani ad avere fatto la fortuna di Wenger va detto che anche con gli ‘anziani’ ci ha spesso azzeccato. Vedi il portierone Lehmann che ha guidato i Gunners ad una finale di Champions. O Gilberto Silva, arrivato da fresco campione del mondo che è stato per vari anni una colonna del centrocampo. O ancora gente come Lauren, Rosicky, Wiltord, Pires, Campbell, elementi già affermati che hanno trovato una nuova dimensione nel laboratorio calcistico del ‘ professore’, Wenger.
SEGRETO – Certo, vi sono stati anche i fallimenti. Arshavin, costato una trentina di milioni, alterna luci e ombre. Reyes, anche lui trai più costosi, non si è mai pienamente ambientato, lo stesso Julio Baptista è passato di qui senza lasciare traccia. Ma sono le eccezioni, non certo la regola. Il segreto di Wenger? In molti hanno provato ad indovinarlo. Si dice che lui cerchi giocatori che già hanno la mentalità ‘ da Arsenal’, cioè elementi che dispongono di velocità e piedi buoni, indipendentemente dal ruolo o dalla prestanza fisica. E, una volta arrivati, il gioco dei Gunners – scambi rapidi, palla a terra, tutti a proporsi in avanti – facilita il loro inserimento. Anche perché giocando all’Arsenal si divertono e fanno divertire. Una formula che funziona, se è vero che, da sei anni a questa parte l’Arsenal, unico tra i grandi club europei, vanta un bilancio di calciomercato saldamente in attivo. Merito di Wenger e della sua visione del calcio.