Dalla Gazzetta dello Sport:
Toc toc: è il futuro che bussa alla porta. Ed anche con una certa urgenza, perché la rifondazione romanista non può più aspettare e gli intralci non mancano. Tra l’altro, in UniCredit è in arrivo un avvicendamento: Peluso (che ha seguito la trattativa) andrà alla Fon. Sai. e al suo posto è in arrivo Cataldo, vicino al vice a. d. Fiorentino. Inutile dire come si attenda con ansia la scadenza per oggi delle (eventuali) eccezioni dell’Antitrust alla procedura di acquisizione. Se non saranno poste domande (come si pensa), da domani si potrà stabilire le tappe che portino al definitivo passaggio di proprietà. Fiorentino: «Competitivi» Lo stesso Fiorentino, comunque, è uscito allo scoperto: «Il caos economico non ha giovato. I mancati introiti di Champions sono un problema ma non il problema: avevamo fatto un piano che già lo prevedeva, quindi sono confermate le nostre previsioni non ottimistiche, ma faremo un aumento di capitale per predisporre le risorse necessarie. Tutte le strategie sportive le lasceremo agli americani. Con Tom ci sentiamo quasi quotidianamente, non è accigliato per la stagione non positiva, ma non vede l’ora di cominciare. Darà quell’impronta manageriale che è mancata. L’idea è di fare una squadra competitiva» . Buone notizie per Walter Sabatini, che lavora sul fronte allenatore. Sta diventando calda, infatti, la pista che porta a Stefano Pioli, in procinto d’incontrare il Chievo. È corteggiato anche da Siena e Samp (che segue pure Montella), ma è logico che la Roma avrebbe la precedenza. In ogni caso, Baldini tenterà fino all’ultimo l’assalto (disperato) a Villas Boas, senza però perdere di vista le suggestioni offerte da Garcia (Lilla), Domingo (Braga) e Deschamps (Marsiglia). Dalla prossima settimana, comunque, Sabatini si occuperà anche di rinnovi e partenze. Sul primo fronte, il caso più spinoso è De Rossi. Il giocatore ha offerte d’ingaggio da 5-6 milioni, ma la strategia sarà quella di proporgli un contratto non superiore a quello di Totti (4,8 milioni). È invece all’addio anche Menez (piace all’Arsenal), che a France Football ha detto: «Con Ranieri era andato tutto bene, con Montella invece non mi sono sentito sostenuto. Non voglio fare guerriglia, ma non basta mettere un giocatore in campo» . (…)