Dal Corriere della Sera:
Il talento non è in discussione, il modo di metterlo a disposizione della squadra sì. E molto. Ecco perché Jeremy Menez non è sicuro di una maglia da titolare contro la Fiorentina, nella partita di domenica all’ora di pranzo, neppure in coincidenza con la squalifica di Mirko Vucinic. Vincenzo Montella, nel doppio allenamento di ieri, ha provato Taddei, Brighi e Perrotta nella linea a tre dietro alla punta più avanzata, che a Firenze sarà ancora Francesco Totti. Non è un segnale definitivo, ma ha un suo significato. Domenica scorsa, nel derby, Menez è stato schierato titolare al posto di Taddei, ma non ha ripagato la fiducia. È stato sostituito sullo 0-0 e l’ingresso di Taddei, come più tardi quello di Simplicio, ha migliorato la squadra. Ed è proprio questa intensità che Montella chiede a tutti i suoi giocatori e che il francese non è ancora riuscito a dare. Menez è sempre stato abbastanza anarchico nel suo modo di stare in campo. Non è un caso che abbia offerto le prove migliori da trequartista, nel centrocampo «a rombo» che schierava Ranieri. Ma ora è cambiato tutto e il 4-2-3-1 richiede un modo più maturo e altruista di restare in campo. Menez non può partire in dribbling ogni volta e, soprattutto, perduta palla non può disinteressarsi della fase difensiva. Il suo minutaggio, con il cambio di panchina, si è più che dimezzato: sotto la gestione Ranieri ha giocato 17 partite da titolare e in 6 è entrato dalla panchina, restando in campo una media di 57 minuti per gara; con Montella le presenze sono 4 su 4, ma solo nel derby da titolare e, soprattutto, con una media di 26 minuti per gara. Da Firenze passa l’ultimo treno, sia che Menez parta da titolare sia che Montella lo giochi come cambio. Serve la massima intensità per rincorerre la zona Champions League. A Firenze, quasi sicuramente, non sarà disponibile Cassetti, che anche ieri non si è allenato. (…)