Menez a Ranieri: “A Roma per giocare, Gourcuff al Milan se l’è passata peggio”

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 Dopo aver ripagato la fiducia di Claudio Ranieri, che ha deciso di puntare su di lui per arginare l’ostacolo rossonero, Menez ha l’opportunità di diventare un riferimento importante per l’attacco capitolino, specie perchè Francesco Totti è fermo ai box causa forza maggiore. L’ottima prova del numero 94 della Roma viene ripresa dalle pagine de La Gazzetta dello Sport che racconta nel dettaglio il dopo gara di Menez mettendo in luce la sorprendente schiettezza del francese

Jeremy Menez a una svolta. Se la gara di San Siro ha offerto elementi positivi, buona parte di essi sono legati alla prestazione del francesino che ha mostrato di poter essere un giocatore davvero utile alla causa giallorossa. Per stessa ammissione di Menez, quella contro il Milan è la migliore prestazione della mezza punta con la casacca giallorossa e lui, Menez, non pare intenzionato a lasciarsi sfuggire quest’ennesimo rilancio.

Avreste dovuto vederlo, con un lecca lecca in bocca e sprofondato nella poltrona dell’aereo, prima del decollo: un bambino che non vede l’ora di tornare a casa. E puro, più che ingenuo, come tutti i bambini. Come si fa a chiedergli di essere più smaliziato? Dopo Pradè, ieri anche Bruno Conti ha commentato con qualche imbarazzo la sua dimostrazione d’onestà: “Deve capire che se non si butta per terra a San Siro il rigore non glielo danno”. Insomma, la colpa è anche sua, se Rosetti non ha fischiato? Molto italiano.
E lui, il francese Jeremy Menez, non capisce: “Era rigore netto, ma non ho voluto fare scena, non ho protestato in campo, non è nel mio stile. Ma questa, francamente, non può essere una colpa». Onesto, anche nello scagionare Pirlo. “Mi ha dato una gomitata, è vero, ma non lo ha fatto apposta: non è un episodio da prova tv”. Chiaro, pure lui è uno da pane al pane e vino al vino. “Con Ranieri nei giorni scorsi abbiamo parlato da uomini— racconta —: mi ha chiesto di mettere il mio calcio al servizio della squadra, cercherò di accontentarlo”. Ed estremamente realista, anche dopo la chance concessagli dall’allenatore, “forse la mia migliore partita con la Roma”.
“Contro il Milan ho giocato dall’inizio perché non c’era nessuno — il commento spiazzante —. Ranieri mi ha fatto i complimenti, ma io lo dico chiaro: vorrei giocare di più”. E, in effetti, finora è stato impiegato con moderazione. Ma Ranieri deve provare affetto per questo ragazzo, se è vero che i padri diventano severi per il bene dei figli. E Ranieri lo è stato, quando gli ha dato dell’immaturo (calcisticamente). “Ma il rapporto con l’allenatore è buono e io non ho voglia di fughe. Certo, giocare in Italia è difficile, e per Gourcuff (a cui Menez è stato paragonato, ndr) al Milan deve essere stata più dura”.
Veloce come una gazzella, ogni tanto dovrebbe anche saper ruggire come un leone, questo sì gli si può chiedere, ma è questione di personalità, e di spalle ancora strette. Però Milano, con tutto che è andata come è andata («Sono molto deluso, potevamo vincere 3-0, siamo stati condannati dagli errori arbitrali»), «può essere la partita della svolta — promette Menez —. È stata un’occasione per mettermi in mostra, convincere Ranieri a usarmi di più». Anche la prossima volta, non ti buttare, please.


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