Dal Romanista:
Sotto un sole cocente, davanti a un negozio che fabbrica fedelmente riproduzioni di coppe (quella della Champions a grandezza quasi naturale costa sui 40 euro), c’è chi sorseggia una birra e chi, invece, legge L’Equipe. L’eliminazione della Francia dal Mondiale brucia ancora, anche se in pochi lo vogliono ammettere. Daniel, padre americano e madre di Marsiglia, ha 29 anni, gli occhi chiari e un sorriso grande così: «Spero che Blanc si ricordi di avere a disposizione un giocatore come Jeremy Menez. Qui lo seguiamo sempre, ci ricordiamo la straordinaria partita fatta in campionato con l’Udine (testuale, ndr) e siamo stati orgogliosi di lui. Che, al contrario di tanti di queste parti, ce l’ha fatta». Daniel, infatti, abita a Longjumeau, quartiere alla periferia di Parigi dove Jeremy è nato. Per arrivarci, dal centro, si prende la Rer C e in un’oretta si è a destinazione, attraversando paesini e zone di campagna. Sul treno, tanti ragazzi che tornano a casa dopo aver studiato in città, ascoltano musica a tutto volume, qualcuno improvvisa addirittura un balletto.Distretto 91 della capitale francese, dista pochi chilometri dal 93 e dal 94, che sono quelli in cui il talento francese è cresciuto. E che, infatti, porta impresso sulla maglietta: «Lo sappiamo – conferma ancora Daniel – e siamo felici di sapere che non vuole nascondere le sue umili origini, come invece fanno molti».