Dopo Lazio-Roma, il punto di vista di Fulvio Bianchi – giornalista de La Repubblica – è che la Tessera del Tifoso – per come concepita attualmente – non serva a nulla. Lo stesso Bianchi prova a (ri)spiegarlo a Roberto Maroni. Testuale:
Egregio ministro Roberto Maroni: il derby di Roma ha dimostrato chiaramente che la tessera del tifoso, così come è stata concepita, non serve a nulla. E’ del tutto inutile. Il sindaco Gianni Alemanno alla vigilia del derby, con scarsa opportunità “politica”, aveva detto che la tessera è “repressiva e burocratica”. Mi permetto di dire: è inutile.
Penalizza solo le persone per bene, le famiglie. Sfavorisce la trasferte. Spacca in due le tifoserie. In occasione del derby di Roma, non si è tenuto assolutamente conto della tessera del tifoso: il questore di Roma, Francesco Tagliente, con saggezza e buon senso, ha stabilito che non esisteva una tifoseria ospite ma che tutte e due le squadre, Lazio e Roma, giocavano in casa. Così facendo ci sono stati 30.000 tifosi della Lazio e 20.000 della Roma: se si fosse tenuto conto della tessera, quanti sarebbero stato i romanisti? Pochi, pochissimi: non c’è dubbio. Resta il problema della Tevere, risolto solo in parte: è ancora mezza vuota, anche se Tagliente ha cercato di agevolare giovani e anziani (i sessantenni). Gli steward non bastano però per vigilare nella Tevere: ma siccome la polizia in divisa, ormai, è fuori dagli stadi il problema non è di semplice soluzione. Tagliente, quando era a capo dell’Osservatorio, aveva pensato ad una tessera del tifoso ben diversa da quella attuale: uno strumento dei club, non del Viminale. Negli anni si è perso lo spirito: ecco perché ora, come sostiene Alemanno, viene vissuta da molti tifosi come qualcosa di repressivo, dove ci guadagnano solo le banche. Tutto il progetto, egregio ministro, è da rivedere a fine stagione: usando il buon senso, dialogando coi tifosi (dove possibile). Il derby, comunque, è andato abbastanza liscio, in quanto a ordine pubblico: nove denunce, nove Daspo (rispetto allo scorso anno sono raddoppiati a Roma), chi scavalca e ci rimette un dito, chi ha un coltello in tasca, eccetera. L’anno passato era successo molto di peggio cvon cariche, feriti, lacrimogeni e tantissima paura. In Curva Nord, nonostante l’allarme dei servizi segreti, non è accaduto nulla: ma forse anche questa segnalazione è servita alla questura di Roma per tenere d’occhio certe frange della tifoseria, anche se c’erano aspetti fantasiosi nella nota dei “servizi” (come quella che prevedeva l’arrivo di persone coinvolte nella guerriglia di Terzigno…).