Se Daniele De Rossi è Capitan Futuro, c’è chi il futuro lo ha tutto dalla sua parte ma non sa dove lo trascorrerà. E’ l’incerto destino di Marco Motta, il cui domani sta dividendo le opinioni degli addetti ai lavori e dei tifosi giallorossi. Il ragazzo di Merate, classe 1986, si trova nel dilemma di dover scegliere tra andare a giocare con continuità da un’altra parte e rimanere con un impiego part-time nella Capitale. Eppure tutto era iniziato in maniera molto diversa. Al suo arrivo (Febbraio 2009) raccoglie l’eredità dell’insipido Cicinho e non ne fa certo rimpiangere la mancanza. Il rendimento sul terreno di gioco sale di partita in partita ed è direttamente proporzionale al gradimento del pubblico. Con la nuova stagione però qualcosa cambia: arriva Ranieri in luogo di Spalletti e, complice l’approdo del duttile Burdisso, il minutaggio comincia a diminuire inesorabilmente e con esso la possibilità di giocarsi le proprie carte in chiave nazionale in vista dei mondiali.
Quattordici presenze finora, con nessun gol all’attivo, e l’insofferenza di non poter decidere direttamente del proprio futuro. La società della famiglia Sensi in estate ne rileva la metà del cartellino con l’obiettivo di programmare un progetto a lunga durata. Adesso, stanti così le cose, il terzino potrebbe cambiare aria. La sua idea però sembra abbastanza chiara: “Quando non si gioca a volte è meglio non rispondere e stare in silenzio” – e, sul futuro – “Questa città non la lascerei mai. Però devo essere realista: ho 23 anni e ho bisogno di giocare, con continuità. La società deve decidere se riscattarmi. A me fino ad ora nessuno mi ha detto niente”. Parole emblematiche ma sincere. Dopo l’assegnazione dello scudetto arriverà la decisione finale.