Le dichiarazioni di Luciano Spalletti al sito www.alphaomegaart.it/lucianospalletti:
“Non avrei mai voluto smettere. A volte capita, però, per le situazioni che vengono a crearsi, di fare ciò che non avresti mai desiderato fare. Questo è il mio lavoro e la mia vita. Mi rituffo con grande voglia. Perchè lo Zenit San Pietroburgo? Perchè ha dimostrato un interesse straordinario per me, perchè mi ha dato modo di valutare serenamente la proposta e di conoscere preventivamente l’ambiente e la struttura, perchè ho incontrato una dirigenza giovane, professionale e disponibile. Sono aspetti importanti per una scelta di questo genere. Qualcuno dice che sono andato in Russia per soldi? I soliti ‘tiratori scelti. Anche a Roma la questione economica mi è sempre stata sbattuta in faccia. I fatti dicono, però, che i soldi io li ho lasciati sul tavolo di Trigoria e non credo sia capitato spesso. L’offerta economica è un elemento certamente importante, ma non è il più importante. Vado a San Pietroburgo con la mia famiglia per vivere questa bellissima città e la squadra in modo totale, come è mio costume. Non vado in missione a strappare il miglior contratto, ma a lavorare nel modo migliore per la mia società, per costruire quanto prima un progetto che possa portare il club a occupare stabilmente il posto che gli compete, sia in ambito nazionale che europeo. Per fare tutto questo si devono creare le condizioni ideali anche sotto il profilo personale. Ed io ho bisogno della mia famiglia: Tamara ed i ragazzi hanno accettato ad occhi chiusi con amore infinito. I miei figli, come è accaduto durante la gestione Ranieri, rimarranno sempre due della Sud, anche a migliaia di chilometri. Tra i miei obbiettivi avevo messo un’esperienza all’estero che desse ulteriore spessore al lavoro svolto in questi anni. Qui troverò il modo corretto di vivere l’evento all’interno dello stadio. Ma intendo portare con me il meglio del calcio italiano che ha davvero tante qualità. La passione della gente è straordinaria: se riusciamo una volta per tutte ad eliminare le esasperazioni, diventa un contributo fondamentale nella nostra vita professionale. Se porterò con me i collaboratori che avevo alla Roma? C’è tempo per certe valutazioni. Quando ti trasferisci in un paese con cultura e tradizioni diverse è giusto tener conto della presenza necessaria di collaboratori che siano espressione diretta della società. Nella Capitale lascio il mio cuore. Il mio amore per la gente, per la città e per la Roma. I miei ex ragazzi? Lasciamoli lavorare come stanno facendo. Sono un gruppo di grande valore sotto ogni profilo ed ora hanno ritrovato lo spirito giusto e la serenità necessaria grazie al gran lavoro svolto. In condizioni ideali possono competere con chiunque e togliersi belle soddisfazioni, come quella recente nel derby“.
Spalletti: “A Roma lascio il cuore, i miei figli rimarranno due della Sud”
di 12 Dicembre 2009Commenta