Claudio Lotito, un fiume in piena. Il patron della Lazio, in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha toccato più di un tema che merita di essere ripreso e lo ha fatto nel modo che oramai gli è più consono: issandosi, cioè, a modello ed esempio per il resto del calcio italiano.
Il Lotito di sempre: sicuro al punto da rasentare la sfrontatezza. Il presidente ha cominciato col dire che la Juventus, prossimo avversario della Lazio, si può battere anche senza l’apporto di Zarate (che dovrà rinunciare all’incontro) per poi abbandonarsi ad una replica che i tifosi biancocelesti non apprezzeranno affatto. In risposta, infatti, alla frase di Paolo Di Canio – il quale aveva detto che le due Coppe vinte recentemente dalla Lazio sono arrivate per un colpo di fortuna, ndr – Lotito ha replicato in maniera secca:
“Si vede che mandandolo via abbiamo risolto i problemi legati alla sfortuna”.
Tutto qui?
Neanche per idea, perchè la massima carica laziale ha voluto dire la sua anche in relazione alla vicenda che tiene banco nella Roma giallorossa: il rinnovo contrattuale di Francesco Totti. Pungente e velenosa, anche in questa circostanza, la replica di Lotito:
“Se avessi rinnovato il contratto di Totti? Ho una visione diversa dalla Società Roma. Nella Lazio non c’è un riferimento sportivo anomalo come quello”.
Al di là della valutazione oggettiva, che acquista un senso se si tiene conto della politica “spalma ingaggi” attuata in questi anni da Lotito, andrebbe ricordato al Presidente, fautore di un percorso che vorrebbe alla Lazio innanzitutto laziali, che un “riferimento anomalo come quello” alla Lazio non esiste affatto perchè – volenti o nolenti – nel club biancazzurro non esistono bandiere paragonabili a Francesco Totti.
Non esistono (lo sarebbe potuto essere Alessandro Nesta, se solo avesse rinunciato al trasferimento al Milan; non lo può essere Rocchi, arrivato a Roma in fase avanzata della carriera; lo è stato proprio Di Canio per un lungo periodo, salvo avere rapporti ostili con Lotito stesso, e che ha tuttavia indossato anche altre casacche) calciatori paragonabili a Totti nè per storia nè per senso di appartenenza. Anche perchè, a dirla fino in fondo, proprio Francesco Totti rappresenta in tutto e per tutto, ciò che lo stesso Lotito va cercando da tempo: una fusione indissolubile, al punto da rasentare la simbiosi, con il club cui appartiene.
Che, per fortuna nostra, è la A.S. Roma.
lookdown 13 Settembre 2009 il 15:06
Certo che non c’è, ne avevate uno, si chiamava Alessandro Nesta, e ha preferito il milan a voi…