Dal Romanista:
Meglio partire dalla fine. Meglio partire da quell’abbraccio sotto al settore occupato dai tifosi della Roma che sa di riconciliazione. Perché la discussione tra Pizarro e Borriello al momento di tirare il rigore decisivo poteva costare cara – carissima – alla Roma. Bastava vedere, in quel momento, il volto di Montella in panchina. Durante e dopo la scena, tanto che al fischio finale, con Pizarro rientrato subito negli spogliatoi, l’allenatore va a cercare proprio Marco. Ci parla, gli dà una pacca sulla spalla, ma l’impressione, dalla tribuna, è che non abbia gradito affatto. Anche se se c’è una persona che può capire la tensione di certi momenti, è proprio lui. Non a caso, Montella accompagna Borriello davanti alle telecamere alla fine della partita. Doveva andarci Pizarro (l’ufficio stampa della Roma, Elena Turra, era andata a chiamarlo, ma lui ha preferito evitare) ci è andato lui. E ha fornito la sua versione dei fatti: «Pizarro è il rigorista designato dal mister. Quando lui ha preso il pallone mi ha chiesto se volevo batterlo e io non me lo sono fatto ripetere. Poi lui ci ha ripensato e lo ha tirato. Questo però adesso non conta, l’importante è che abbiamo vinto». Vero, verissimo. Se però il pallone non fosse entrato non è difficile pensare quello che ne sarebbe derivato, basti pensare alla lite tra Perrotta e Vucinic il giorno della maledetta Roma-Sampdoria. Proprio Simone è stato uno di quelli che, insieme a De Rossi, ha cercato di calmare gli animi. Una volta che Pizarro aveva preso il pallone, Borriello ha insistito per calciare, andando a sistemare il pallone sul dischetto dopo che il cileno già lo aveva fatto qualche secondo prima: «Simo – ha detto Marco – ma non lo devo tirare io?». Perrotta lo ha allontanato, gli ha detto qualcosa e poi, uno accanto all’altro, hanno assistito al gol del compagno di squadra. Un gol fortemente cercato dal numero 7 giallorosso: aveva voglia di segnare, Pizarro, per lui e per la Roma, per dimostrare qualcosa che, a parole, per adesso è meglio non dire. Ha giocato 90’, dopo il fallo di Giovinco sembrava non dovesse nemmeno esserci. E invece ha stretto i denti. Nel primo tempo è stato tra i migliori, nel secondo è calato. Poi però, nel momento decisivo, ha avuto la personalità di andarsi a prendere quel pallone pesante come un macigno. Ha messo alle spalle, sue e della squadra, tutto quello detto e fatto fino ad ora. In quel momento, in quella corsa, è davvero tornato da Valparaiso. Una volta per tutte.