Guido Ugolotti, ex allenatore di Leandro Greco quando il centrocampista militava negli esordienti della Roma, parla del giallorosso sulle pagine de Il Romanista. Tra le doti che gli riconosce, la forza caratteriale che gli ha consentito di non mollare mai. Testuale:
“Ne ha passate tante, Leandro – dice Guido Ugolotti, che fu tra i primi a seguirlo quando allenava la squadra degli Esordienti della Roma – e oggi non ha certo più paura di nulla. Non mi meraviglia che, di fronte a un’occasione come quella che gli si è presentata, non se la lasci sfuggire”. Tesse le lodi del giovane centrocampista l’ex tecnico del settore giovanile diretto da Bruno Conti, e oggi alla guida del Siracusa in Lega Pro1, a sua volta ex attaccante giallorosso (classe ’58) sul finire degli Anni ‘70. “L’ho avuto con me quando era proprio piccolino – continua Ugolotti. – Avrà avuto dodici-tredici anni. Le qualità già c’erano, anche se, a quel livello, non c’è ancora la possibilità di abbozzare un ruolo”.
Che ragazzo era?
“Ricordo che aveva buone doti tecniche, ma era anche molto esile fisicamente. I ragazzini, a quell’età, sono ancora tutti da costruire, e ci sta che qualcuno sia più avanti di altri.”
Spesso si commette l’errore di escluderli proprio per questo motivo.
“Alla Roma, questo discorso, di solito non veniva fatto. Si guardava di più alle qualità. E Leandro sicuramente le aveva. A cominciare da un buon piede. Fermo restando che, nell’arco degli anni, anche lui ha avuto una trasformazione. Perché per giocare a pallone, oggi, al di là delle qualità tecniche, devi anche avere forza fisica. A me, poi, piace continuare a seguire i ragazzi che ho avuto. E ho visto che Leandro ha fatto il suo percorso di formazione. Tra alti e bassi. E uscire dal settore giovanile, come capitò a lui, quando passò all’Astrea (nel 2004, ndr), viene spesso vissuto come una bocciatura.”
Il ragazzo ha colpito proprio per la personalità che ha saputo mettere in campo. A Parigi, quest’estate, e ora, sia nel derby che contro la Fiorentina.
“So che è sposato e ha un figlio, e questo ti dà delle responsabilità. Già allora era un ragazzino intelligente e con una gran voglia di emergere.”
Claudio Ranieri si è detto stupito che, durante il mercato, non trovasse posto neanche in serie B.
“Nel calcio moderno se ne sentono di tutti i colori. Però, se dopo esser rimasto in disparte per tanto tempo, si è fatto trovare pronto al momento della chiamata, ebbene, questo è un grande merito.”
Una caparbietà che mostrava già allora?
“Parliamo di tanti anni fa. Ma ricordo che era uno sempre presente agli allenamenti: ti ascoltava, ti seguiva. Sempre positivo all’interno del gruppo. Sempre con il sorriso. Era di Roma e di conseguenza, veniva sempre accompagnato. Non ricordo se dai genitori, anche perché si cercava di tenere un rapporto distaccato con le famiglie. A volte i genitori sono invadenti e non sempre sono positivi. Non ricordo che vi siano mai state interferenze da parte della sua famiglia, e questo è un buon segno.”
Che gruppo era?
“Erano esordienti che avevo rilevato ai primi di dicembre, perché c’era stato un cambio di guida tecnica e io avevo dato la mia disponibilità a Bruno Conti. Erano tutti ’85 e ’86: c’erano Curci, Galloppa, Pistillo. Greco era tra i più piccoli. Molti di loro, come si sa, sono arrivati a giocare a buon livello.”
Anche se non tutti hanno fatto lo stesso percorso e avuto la stessa fortuna.
“Dipende. Le difficoltà, le bocciature, l’essere messo in disparte, a volte giocando e a volte no. E poi, l’andare in giro per l’Italia, come è successo a lui, che dopo l’Astrea, è stato a Verona, a Pisa, a Piacenza, tra serie B e C, inevitabilmente ti forma e ti rafforza. E se hai carattere, alla fine la spunti. Non mi meraviglia che sia andata così per quanto riguarda Leandro. Che ha dimostrato di avere un bel temperamento. E da parte mia, sono contento che oggi gli venga riconosciuto”.
landro 13 Novembre 2010 il 11:23
FORZA ROMA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!